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Il Parco Naturale Regionale del Sirente Velino si estende su 50.288 ettari in provincia dell’Aquila, a cerniera fra la conca aquilana e la Marsica. Il Parco interessa 22 comuni e ha sede a Rocca di Mezzo.
Le pareti rocciose difendono le vette più alte, i ghiaioni sono ricchi di rare specie botaniche. Note agli sciatori per la presenza delle piste di Ovindoli e di Campo Felice, queste montagne sono molto apprezzate anche dagli escursionisti. Dal punto di vista geomorfologico i due massicci calcarei, tra cui si aprono gli altipiani delle Rocche, di Pezza e dei Prati del Sirente, sono caratterizzati da campi carsici e pareti rocciose, dalle gole di Celano e San Venanzio e dalle Grotte di Stiffe.
Tra le faggete spiccano quelle del Sirente, di Valle Cerchiata e di Cerasolo. Vivono nel Parco il lupo appenninico, l’orso bruno marsicano, il capriolo, il cervo, l’istrice, la volpe, il gatto selvatico e il cinghiale. Tra gli uccelli spiccano l’aquila reale, la poiana, il nibbio bruno, lo sparviero, il gheppio, il corvo imperiale, il grifone, il falco pellegrino, il lanario, il gufo reale e il picchio verde. Numerosi sono anche gli anfibi, tra i quali la salamandra pezzata e il tritone, rettili come il ramarro e varie specie di vipera.
Per tracciare un profilo storico-geografico del Parco è utile suddividere il suo territorio – che peraltro risulta costantemente abitato sin dalla più remota antichità – in tre ambiti territoriali:
- L'Area del Velino, affacciata sul bacino fucense e storicamente legata alle sue vicende, la media Valle Subequana, gravitante invece verso la conca aquilana.
- L’intermedio Altopiano delle Rocche, legato alla pastorizia e popolato stabilmente solo dal Medioevo. La storia e il popolamento del territorio e dei centri abitati dell’area del Velino risultano principalmente condizionati dalla loro appartenenza all’area fucense, che ebbe un ruolo rilevante sia nella Preistoria (con gli importantissimi siti archeologici rinvenuti lungo l’intero perimetro dell’antico lago Fucino) sia in epoca italico-romana, come testimonia la presenza presso Massa d’Albe di una delle più importanti città dell’Abruzzo antico, Alba Fucens.
- La Valle Subequana che risulta invece naturalmente e storicamente connessa con le vicende della conca aquilana, sia nella sua fase di popolamento antico in epoca italica, come testimoniato dalla straordinaria necropoli di Fossa, sia in epoca medievale.
Il patrimonio storico-culturale e artistico custodito dal Parco e dai suoi antichi centri abitati è di grande rilevanza. Per la bellezza e lo stato di conservazione dei suoi castelli, dei suoi conventi monastici, delle sue abbazie, dei suoi centri abitati e del suo stesso paesaggio, si può anzi dire che quest’area del Parco sia tra le migliori testimonianze e rappresentazioni dell’Abruzzo medievale.
Sull’Altopiano delle Rocche la pastorizia risultava già praticata in età protostorica, come del resto in tutto l’Abruzzo montano. I suoi centri abitati hanno tuttavia origine medievale, epoca in cui l’altopiano prese importanza prima militare, come cerniera fra il Fucino e la conca aquilana, come testimoniano il Castello di Rovere, teatro di molte battaglie, e il suo interessante museo. I suoi alti pascoli e le coltivazioni stagionali d’altura rendono unica l'economia agropastorale di questi luoghi come le Pagliare di Tione, di Fontecchio, di Fagnano, posti al margine orientale dell’altopiano, luoghi singolari legati all’economia integrata fra agricoltura di montagna e transumanza verticale.
L'Ente Parco promuove e organizza all’interno del suo territorio programmi di educazione ambientale, escursioni naturalistiche, appuntamenti culturali rivolte agli adulti così come a ragazzi e bambini in età scolare, sono ampiamente e dettagliatamente diffuse via web.