GRano solina

Grano Solina dell'Appennino Abruzzese - Presidio Slow Food

0
0

Il prodotto: la Solina è la madre di tutti i grani, regala un profumo e un sapore inconfondibili.

La Solina è una varietà di frumento conservata in molte zone ad agricoltura marginale della regione Abruzzo, dove trova la sua collocazione ottimale. La sua frugalità la rende inoltre adatta alla coltivazione con i metodi dell’agricoltura biologica, in quanto non richiede elevati apporti di azoto e, grazie alla sua taglia ed alla sua capacità di accestimento, riesce a competere con le erbe infestanti, non rendendo così necessario il ricorso al diserbo chimico.

Dove si produce: il territorio interessato alla coltivazione della Solina comprende l'areale del Gran Sasso, in particolare nella provincia de L’Aquila e nelle zone del versante opposto con altitudine superiore ai 750 metri sul livello del mare

Come gustarla: dal seme si produce una farina molto rustica, tenace e adatta alle lavorazioni, con cui per secoli in Abruzzo sono stati prodotti pane e pasta fatta in casa. Due sono le preparazioni che la riguardano: la sfoglia tagliata a fazzoletti per i timballi e le scrippelle (crepes tipiche del teramano) in brodo.

Storia: in tutto l’Abruzzo interno quando si parla di grano (le rène, lo rano) s’intende la Solina. Diversi proverbi testimoniano la stretta connessione tra questa varietà e la vita del popolo abruzzese. In particolare la caratteristica più apprezzata è la sua costanza produttiva, che in passato, garantiva l’alimentazione e quindi la sopravvivenza delle famiglie. In alcuni detti popolari si esaltano le elevate caratteristiche organolettiche di questo frumento; infatti, si sostiene, a ragione, che “quella di Solina aggiusta tutte le farine”. Ancora oggi la bontà e la genuinità della Solina sono riconosciute da numerosi agricoltori che, a dispetto delle varietà moderne e delle loro caratteristiche produttive, ritengono di non potersi privare del sapore e del profumo del pane e della pasta ammassati con questo tipo di cereale. Persino quelli che invece ne conservano solo il ricordo d’infanzia, sono pronti a testimoniare questa unicità, e a evocare le sensazioni generate dal solo parlarne.

La sua ancestralità è testimoniata oltre che dai detti popolari (“ogni grano torna a Solina” e “la Solina è la mamma di tutti i grani”), anche da documenti storici, quali alcuni atti di compravendita del 1500 stipulati presso la Fiera di Lanciano e in un testo di fine ‘700, il saggio di Michele Torcia Pel paese de’ Peligni che così recita “Non dimenticheremo il pane di Popoli che non la cede se non al solo di Teramo in tutta la Monarchia…Il pane a Popoli esce dal grano solino…”. Si tratta di un rarissimo e documentato esempio di legame tra una varietà di prodotto e il territorio. Per ulteriori informazioni sulla storia e le tradizioni legate alla Solina si può consultare la pubblicazione della ricerca di Porfiri O., Silveri D.D., Torricelli R., Veronesi F., Le risorse genetiche autoctone della regione Abruzzo: un patrimonio da valorizzare ARSSA, Avezzano (Aq) 2004; inoltre Origine e storia delle piante coltivate in Abruzzo di A. Manzi, Casa editrice Rocco Barabba, Lanciano (Ch) 2006, e infine il Saggio itinerario nazionale pel paese de’ Peligni fatto nel 1792 di M. Torcia (Napoli 1793) e ristampato nel 1986 a cura di Adelmo Polla Editore, Cerchio (Aq).

Gli agricoltori che la coltivano, riuniti in cooperativa, portano avanti il recupero e la valorizzazione di questa varietà antica, coltivando alle altitudini maggiori, più vocate, seguendo i princìpi dell’agricoltura biologica e cercando di promuovere nelle lavorazioni artigianali, l’utilizzo della farina per la preparazione di pasta e pane.

Fa parte di: Prodotti Agroalimentari Tradizionali, Presidio Slow Food.

L.T. 03-09-2020

42.3498479, 13.3995091