Panoramica
Nel cuore delle colline teatine si schiude un borgo con un breve nome, ma con una lunga storia: è Ari, immerso tra i boschi, a pari distanza - solo 12 chilometri - dal mare Adriatico e dai ripidi pendii nordorientali della Maiella.
È un minuscolo paradiso, che vi invitiamo a visitare per le sue “specialità” culturali e naturali, di grande interesse e bellezza per un tour alla scoperta del suo territorio articolato, oltre al capoluogo, da quattro contrade (Foro, Santa Maria, Turri, S. Antonio e S. Pietro).
Dovete sapere che nel primo ventennio del ‘900, il barone di origini napoletane Mario Nolli e la sua consorte Francie Picton Walow utilizzavano come pensione anglo-italiana la loro dimora, un palazzo-castello con una possente torre merlata in cui a partire del XVI secolo si avvicendarono vare famiglie nobiliari. In questo modo Ari si trasformò in un piccolo cenacolo letterario capace di attrarre non solo artisti inglesi e olandesi, che amavano riprodurre su tela i pittoreschi paesaggi a cui il castello faceva da sfondo, ma anche personalità di spicco della letteratura e dell’arte italiana come Gabriele d’Annunzio e Luigi Pirandello. Quest’ultimo, probabilmente ospite nel palazzo, in una sua novella cita il paese e la cosiddetta “pensione inglese” descrivendola romanticamente come “…un castello in cima al colle”.
Ancora oggi il palazzo baronale Nolli, che resta sempre privato e che per questo potete ammirare solo dall’esterno, svetta nella centralissima piazza Bucciante, impreziosendo la sua forma. In passato, oltre alla pensione inglese, ha accolto varie attività economiche: da una minuziosa descrizione di metà ‘800, infatti, si è appreso che qui erano collocate anche una “caldara” per la macerazione del mosto, numerose cantine e un frantoio.
Sarete di certo colpiti dalla ricca platea di statue in pietra bianca della Maiella, disseminate nel centro e fuori del paese. Si tratta del “Percorso della memoria” da sperimentare a piedi, con oltre 40 eroi della contemporaneità, tra magistrati, poliziotti, giornalisti, caduti nell’adempimento dei propri doveri morali e istituzionali per difendere la libertà, la giustizia e la democrazia.
Avvicinatevi ad esse inquadrando con il vostro telefonino il loro QR code per conoscerne la storia. Tra questi, il giornalista Walter Tobagi, il commissario Luigi Calabresi, i magistrati Emilio Alessandrini e Paolo Borsellino. Ai Caduti di Nassiriya è dedicata invece una grande fontana in marmo di Carrara, che potete ammirare nella piazza principale.
Sperimentate anche la vocazione naturalistica di Ari per rilassanti passeggiate a tu per tu con la natura, tra folti e variegati boschi, come l’area di Valle Cupa, la Venna di Moggio, il Dentalo e Turri Marchi, che vi circondano anche del verde di uliveti, frutteti e vigneti.
Ed ora, dopo tanta memoria e natura, ritagliate del tempo alla gastronomia che prevede i piatti della tradizione, come il brodo di gallina con pane dorato, i bucatini al sugo di agnello, il coniglio con le patate sotto il coppo, il baccalà con le patate, le pallotte cac’e ove, seguite dalle rivotiche (tipiche frittelle fatte di farina e acqua), e la papparella (un miscuglio di verdure di campo, fagioli, peperoni rossi secchi, aglio, peperoncino piccante, con l’aggiunta di farina di mais e sarde).
D’obbligo, un brindisi finale con i vini del territorio, ambasciatori di tutto l’Abruzzo, per sugellare la vostra amicizia con Ari: Montepulciano, Cerasuolo e Trebbiano come se piovesse.
Cos’altro vedere:
- La Chiesa di Santa Maria della Misericordia
- I ruderi della Chiesa di S. Pietro in Campis