Panoramica
Venite con noi nella bassa valle del fiume Sangro a scoprire Atessa: con i suoi 11.003 ettari è il borgo più esteso della provincia di Chieti.
È un territorio, proteso tra passato e presente, che ha subito una grande trasformazione economico-sociale per via dello sviluppo industriale della Val di Sangro, ma rimane ancora nel centro storico e nelle chiese, tutto l’antico e il sacro di cui è ricco e che vale una vostra preziosa visita.
Secondo una leggenda, Atessa nacque dall’unione di due centri abitati, Ate e Tixa.
E qui viene il bello. Ascoltate. Il “matrimonio” non poteva concretizzarsi perché un drago sanguinoso e antropofago disturbava le popolazioni locali, sorvegliando minaccioso il vallone che divideva le due città. Si dovette così aspettare l’intervento di San Leucio, divenuto poi Santo protettore del borgo, che tagliò a pezzi il mostro.
Volete vederne uno? Una gigantesca costola fossile di mammifero trovata nei dintorni e lunga oltre due metri si conserva nel Duomo Cattedrale di San Leucio dove si possono ammirare anche un elegante ostensorio d’argento, di Nicola da Guardiagrele - tra i più grandi artisti orafi e incisori dell’epoca - una croce e un busto del Santo, entrambi sempre in argento.
Seguiteci ora in centro, dove vi facciamo visitare la chiesa di San Domenico con un bel portale marmoreo del 1654 e, all’interno, due antiche statue, una lignea e l’altra in terracotta, risalenti alla metà del Trecento.
Continuate l’esplorazione lungo Salita Castello dove al civico 24 è la casa De Marco con una finestra del 1488 ornata con capitelli e leoni; tornando indietro, verso il colle di San Cristoforo, salite alla Villa comunale, a 475 metri di altezza: la misura giusta per godere di un magnifico panorama sul Gran Sasso, sulla Maiella e sul mare.
Un’altra bella visione è quella che si vede in piazza Oberdan, con un panorama che si proietta dalla Maiella al mare.
Non perdete la visita al convento di Vallaspra, fondato nel 1408 dal Beato Tommaso da Firenze, che conserva una tavola di scuola veneta del 1541 raffigurante la Madonna di Vallaspra; nel chiostro inferiore si trova il Pozzo dei Miracoli: pare si colmasse d’acqua in tempo di siccità mentre tutti gli altri erano secchi.
Come mai direte voi? Semplice. Il padre guardiano aveva versato al suo interno l’olio di una lampada dell’altare del Santissimo.
Dove comincia la leggenda e finisce la storia, e viceversa?
L’importante è che la tradizione sacra e profana rimanga in piedi nutrendo di bellezza, di mistero e di sapori il borgo chietino e il suo territorio. Come il gusto del Fico secco reale di Atessa, presidio Slow Food, prodotto nella zona collinare di Atessa, Torino di Sangro, Archi, Perano e Paglieta grazie a un gruppetto di giovani che ha deciso di recuperare l’antichissima tradizione.
Pensate: alcuni storici raccontano che, nel 1320 Roberto d’Angiò, regnante nel territorio di Chieti e di Lanciano, avesse imposto una tassa sui fichi secchi provenienti da Atessa.
La storia continua.
Cos’altro vedere:
La chiesa di San Vincenzo Ferrer
La chiesa di Santa Croce
Il Museo Aligi Sassu
Le antiche porte di accesso al paese