Panoramica
Il vostro viaggio alla scoperta del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, deve prevedere una tappa anche a Montorio al Vomano, che dell’immensa riserva naturale della regione, costituisce “la vetrina”.
La delicata cittadina vive in un territorio fatto di piccole valli, dove scrosciano i fiumi più irrigui, che ascendono fino alle vette del Gran Sasso in un susseguirsi di campi, prati, boschi e fiori alpestri, di rara bellezza.
Da questo eden inaspettato, potete partire in auto, ma anche in bici o in moto, lungo la Strada Maestra del Parco: un caratteristico percorso tra storia e natura sulla parte più suggestiva della vecchia Strada statale 80 Teramo - L’Aquila che collega Montorio al Vomano ad Amiternum, attraverso il Passo delle Capannelle.
Una “ricreazione” dell’anima, che vi ristora e vi dà energia anche per esplorare le bellezze artistiche del borgo in provincia di Teramo, le cui origini sono di epoca pre-romana, come attestano le rovine di un tempio dedicato a Ercole (alcuni ritengono che il luogo possa essere il sito dell’antica Beretra, menzionata dai geografi d’età classica).
Le prime attestazioni dell’odierno abitato sono da far risalire al Medioevo, quando compare il toponimo Mons Aureus, ovvero Monte d’Oro, che farebbe riferimento alle lussureggianti coltivazioni di grano sui colli attorno il paese. Ipotesi avvalorata anche dal simbolo comunale, che riporta nella sua iconografia traccia dell’etimologia: tre colli con delle spighe di grano piantate sopra.
Raggiungete la parte più antica del borgo, chiamata “il colle”, ad anfiteatro, con più ordini di case situate a scaglioni. Qui, fra le casette di costruzione cinquecentesca, strette una all’altra, sopravvivono i resti dell’incastellamento medievale, presso la Rocca, e le imponenti vestigia del Forte San Carlo, voluto nel 1686 dal Vicerè spagnolo di Napoli, il Marchese del Carpio, per dare alloggio alle truppe occupate nella lotta contro il brigantaggio, ma rimasto incompiuto.
Nella parte bassa, ammirata la piazza da cui si snodano le vie principali, con le più antiche abitazioni gentilizie di costruzione seicentesca; una serie di palazzotti tutti molto interessanti, con i bei patii interni a corte, i portali a ghiera con grossi conci sagomati e gli eleganti, minuscoli portali con chiave d’arco.
Tra le altre emergenze artistiche, ammirate la Collegiata di San Rocco, prospettata sulla piazza, trionfo del Barocco, e il palazzo marchesale Camponeschi-Carafa, con il suo imponente portale e gli splendidi affreschi interni.
Particolare, è la Torre dell'orologio, che oggi presenta un quadrante in maiolica di Castelli con sfere di rame placcate in oro, ma in passato ne aveva uno dipinto di nero, che alle 2 di notte suonava 44 tocchi, l’ora in cui i banditi dovevano rincasare.
Le tipiche “scrippelle 'mbusse”, il timballo con le crespelle e i maccheroni alla chitarra, vi aspettano come primi nei vostri piatti, seguiti dalle ottime carni e dai pregevoli formaggi.
Non potete alzarvi da tavola senza aver gustato un bocconotto, tipico dolce locale, e la “pizza dogge”, che nasce come dolce nuziale.
All’interno del Pan di Spagna con cui è realizzata, trovate crema al cioccolato, crema pasticcera, pasta alle mandorle e, come copertura, una glassa bianca preparata con albumi, burro
Cos’altro vedere:
- La chiesa degli Zoccolanti
- La chiesa e il convento dei cappuccini
- La chiesa del convento di San Francesco
- La chiesa della Madonna del ponte
- La chiesa di San Filippo Neri