Panoramica
Affacciato sul mare e simbolo della città, Palazzo d’Avalos domina il paesaggio con la sua maestosità e il suo splendido giardino napoletano. È uno dei più significativi esempi di architettura rinascimentale abruzzese della seconda metà del Cinquecento. Sorto su preesistenze romane e altomedievali, ha inglobato i resti dell’edificio quattrocentesco costruito dai Caldora e devastato durante l’incursione delle armate turche nel 1566. Durante i tre secoli di signoria dei d’Avalos, fino all’occupazione francese del 1799, il palazzo assunse l’aspetto di una reggia. Vanta uno spettacolare giardino napoletano, rivolto verso il mare, riportato all’antico splendore da un restauro che gli ha restituito l’originale impianto tardo settecentesco.
Al suo interno ospita:
il Museo Archeologico: fondato nel 1849, è uno dei più antichi d’Abruzzo. Conserva reperti archeologici che testimoniano fasi storiche dall’Età del Ferro al periodo frentano (dal IX al III secolo a.C.), dalla fondazione e sviluppo della città romana di Histonium fino all’Altomedioevo. Da ricordare i corredi funebri delle necropoli del Tratturo e di Villalfonsina, i bronzetti votivi dei santuari locali tra cui il guerriero offerente con corazza anatomica e per la fase romana il sarcofago bisomo di Publius Paquius Scaeva;
la Pinacoteca: l’attuale allestimento comprende la sezione più antica della Pinacoteca civica con le opere dei fratelli Palizzi donate alla città nel 1898 da Filippo Palizzi e successivamente da alcuni privati. I quattro fratelli tutti pittori, a partire dal 1836, si trasferirono a Napoli per completare la loro formazione artistica già iniziata a Vasto. Nel fervido ambiente napoletano entrarono in contatto con le idee innovative della Scuola di Posillipo, partecipando ai movimenti che miravano al rinnovamento della pittura di paesaggio rispetto al vedutismo settecentesco e alla pittura aulica neoclassica. Nel corso del tempo, grazie anche ai soggiorni parigini, giunsero tutti, ciascuno con il proprio peculiare linguaggio, a una maggiore aderenza al reale, dipingendo dal vero e grazie alla conoscenza e al confronto con artisti e movimenti europei. Tra le opere esposte ricordiamo di Filippo Palizzi, il più noto dei fratelli, I due pastorelli, Olanda, Il Muletto;
la Collezione di Arte Contemporanea: trae origine dalla mostra permanente Mediterrania, frutto della donazione Paglione-Olivares alla città di Vasto, di ottanta opere di quattro artisti italiani (Bonichi, Carmassi, De Stefano, Falconi) e di quattro artisti spagnoli (Mensa, Orellana, Ortega, Quetglas) che pur nella loro diversità testimoniano l’appartenenza ad uno stesso ambito geografico e culturale;
il Museo del Costume creato nel 2000 su iniziativa del Lions Club Adriatica Vittoria Colonna, espone abiti e corredi dell’800 e del primo ‘900 di famiglie vastesi che hanno così voluto contribuire alla costituzione di questa singolare raccolta. L’esposizione è arricchita anche da dipinti e litografie di Pier Canosa che illustrano abiti e costumi tradizionali abruzzesi.
Nel 2017 sono stati completati i lavori nel Quarto della Marchesa che hanno dotato la struttura di sale dedicate alle mostre temporanee.
Da non perdere: dislocate nelle varie esposizioni del palazzo troviamo un coronamento di candelabro in bronzo a forma di cavaliere (V secolo a.C.); un frammento di lastra in bronzo con iscrizione in lingua osca (III-II secolo a.C.); il giardino napoletano; il camerino dorato; le opere di Filippo Palizzi Il Muletto (1843, olio su tela) e I pastorelli (1852, olio su tela); l’opera di Matias Quetglas Muchachas con abanico (1987/88, acrilico su tela). Inoltre, la sala delle Selle d’Avalos, approntata nel 2012 si caratterizza per un suggestivo allestimento. Le quattro selle da parata dei d’Avalos sono sistemate infatti in una grande vetrina il cui fondo è costituito da una splendida riproduzione su vetro di alcune scene tratte dagli arazzi dedicati alla Battaglia di Pavia (1525) conservati presso il Museo di Capodimonte a Napoli. Infine la collezione Ricci Monteferrante, formata nel corso del Novecento attraverso acquisti presso antiquari romani e donata ai Musei Civici nel 1979, comprende opere dal XVI al XX secolo di scuole e artisti diversi. I soggetti, molto vari, spaziano dai paesaggi ai soggetti sacri, dalle nature morte ai ritratti. Tra questi ultimi la soprintendenza ha selezionato 18 opere che ha provveduto a far restaurare e destinato all’esposizione.
Informazioni: piazza Lucio Valerio Pudente 5, Vasto (CH) | sito www.museipalazzodavalos.it | tel. 334 3407240 – 0873 367773 | mail palazzodavalos@archeologia.it | pagina facebook Palazzo d’Avalos – Meraviglia d’Abruzzo