Descrizione
La "Roscetta" della Valle Roveto è caratterizzata dalla particolare dolcezza del sapore.
É di colore bruno rossastro, liscia nella superficie e di volume rilevante ed è ottenuta da fustaie di castagno da frutto (Castanea Sativa Mill.) delle varietà correntemente conosciute come Castagna Roscetta della Valle Roveto, Volpina.
La sua raccolta, rimasta inalterata nel corso degli anni, comincia in settembre con le operazioni di pulitura del bosco e a metà ottobre si effettua a mano in maniera tradizionale, raccogliendo i frutti nei cesti.
Le castagne vengono conservate seguendo un trattamento particolare tramandato di generazione in generazione: dapprima tenute in acqua per circa 18 giorni, poi messe ad asciugare al sole, infine conservate in luogo rigorosamente asciutto.
Possono anche essere abbrustolite (cosiddette “infornatelle”) e conservate per tutto l’inverno.
Sono utilizzate per dolci, marmellate e minestre, ma soprattutto come caldarroste, le “caciole” in dialetto, cotte sulla brace. Sono dette infornatelle, se cucinate nella stufa o remonne, se cotte in acqua, con un foglia di alloro e sbucciate fresche (da "remonnare" che in dialetto indica lo "sbucciare"). L'importanza, nel passato, dei castagneti è dimostrata anche dall’ampia legislazione comunale ad essi dedicata.
Fa parte di: Associazione Castanicoltori della Valle Roveto, Prodotti agroalimentari tradizionali (PAT).
Contributo: Video Strada dei Parchi
É difficile stabilire quando sia iniziata la coltivazione del castagno in questa zona.
Esistono documenti che attestano la presenza del castagno nella valle già dalla metà del ’600 come il saggio in cui il Febonio indica le castagne tra i prodotti che le donne rovetane portavano ai mercati romani dentro i famosi “canistri” (cesti realizzati con giunchi di vimini che costituivano la principale attività degli abitanti di Canistro).
L’esistenza lungo l’alta e la media valle del Liri di folte selve, popolate anche da castagni, è testimoniata da alcune iscrizioni rinvenute nel territorio di Antinum (oggi Civita d’Antino), comune della Valle Roveto, antico municipio romano da cui dipendevano tutti i comuni dell’alta Valle Roveto. Inoltre, sulla base delle statistiche murattiane, pubblicate nel 1811 nel capitolo “sussistenza della popolazione”, nell’alta Valle Roveto si rileva che erano abbondanti i raccolti di castagne, che costituivano spesso l’unico cibo della popolazione, accanto alle ghiandaie e ai semi di faggio.
I castagneti della Valle Roveto (AQ) si estendono alla destra del fiume Liri, lungo tutta la valle, e sono localizzati principalmente nei territori dei comuni di Canistro, Capistrello, Morino, Civitella Roveto, Civita d’Antino e Balsorano. Insieme alle numerose sorgenti di acqua che caratterizzano il suggestivo paesaggio naturale dell’alta Valle Roveto, numerosi sono gli esemplari di castagni con diametro superiore ai due metri e altezze rilevanti (30/35 metri) che sicuramente superano i 200 anni.
La storia, la cultura, l’economia, il paesaggio della valle sono strettamente legati al castagno che li celebra in numerose sagre durante il mese di ottobre.
- Sagra della Castagna di Morino (AQ) - ottobre
- Sagra della Castagna di Canistro (AQ) - ottobre
- Lungo le antiche rue Civitella Roveto (AQ)- ottobre
- Sapori D’Autunno - Canistro Superiore (AQ) ottobre
- Sagra della Castagna Roscetta - Canistro Inferiore (AQ) - ottobre
- Sagra della Castagna - Rendinara (AQ) - ottobre-novembre