Descrizione
Il Fagiolo del Tavo, chiamato “tondino” per la sua forma, ha un colore che va dal bianco latte all’avorio, che tende a scurirsi qualora, durante la maturazione, il clima si presenti particolarmente piovoso e umido.
Si coltiva lungo la vallata del fiume Tavo, che nasce sul Gran Sasso, nel comprensorio della provincia di Pescara delimitato dai Comuni di Cappelle sul Tavo, Collecorvino, Farindola, Loreto Aprutino, Moscufo e Penne.
Ha ottime proprietà nutrizionali e una buccia sottilissima, che ne consente una cottura più rapida e una facile digestione. Può essere gustato da solo, in insalate o come ingrediente di zuppe, minestre o pasta lavorata a mano, come "sagne" e "tacconelle". E frequente l’abbinamento con la zucca, che si raccoglie nello stesso periodo.
In passato si seminava, dopo la mietitura del cereale, direttamente sulle stoppie.
La coltivazione del fagiolo tondino è scomparsa per molti anni per il fabbisogno rilevante di acque di cui necessitava. Le sponde del Tavo sono ideali per la sua coltivazione ed è così tornato sulle tavole un prezioso legume dalle ottime proprietà nutrizionali e dall'alta digeribilità.
I contadini della zona avevano gradualmente sostituito il tondino del Tavo con il borlotto, più economico e dalla crescita più rapida. Dopo lunghe ricerche, è riuscito a trovare la semente presso alcune famiglie della valle del Tavo ed è iniziata così la rinascita del legume abruzzese.
Il Presidio ha l’obiettivo di accompagnare e supportare il recupero di questo legume, coinvolgendo sempre più soggetti nel progetto. I produttori si sono dati regole di produzione sostenibili: il disciplinare di produzione vieta il diserbo chimico e prevede la concimazione a base di letame maturo e rotazioni culturali per non impoverire il terreno.
É protetto dal Consorzio che ne garantisce l'autenticità.
Fa parte di: Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).