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I territori del ben vivere: la Valle dell'Aterno

Tra torri altere e superbe faggete ... nasce una nuova Foresta Modello in Abruzzo

Data:

27 aprile 2023

Tempo di lettura:

8 min

Argomenti
  • Castelli
  • Borghi e città d’arte
  • Parchi e Natura
  • Parchi Regionali
Torre di Roccapreturo, ph Aternostru, CC0_0

Descrizione

Si raccoglievano anche le fragoline di bosco, i ribes, l’uva spina, il prugnolo, il corniolo ed il lampone, frutti di cui sono ricchi i boschi della valle...

... nei boschi esisteva una vita piena di attività e, soprattutto nella bella stagione, si popolavano di viandanti, cercatori di piante, vetturini, taglialegna, carbonai e cacciatori. I boschi erano ricchi di una serie di piante eduli molto interessanti per le popolazioni contadine, ad esempio, i progenitori di molti fruttiferi come il melo, il pero, il sorbo...  anche i frutti del faggio, detti faggiole, venivano raccolti per la produzione di olio da utilizzare come combustibile per le lampade, oppure, addirittura, nelle annate più sfavorevoli o durante le carestie, le faggiole venivano ridotte in farina e si utilizzavano per produrre il pane, in mistura con la farina di grano e sapone.

La pratica di trasformare le faggiole in olio era in voga soprattutto a Secinaro per la sua vicinanza alla splendida faggeta del Sirente. Le piante da cui le genti di montagna estraevano l’olio erano essenzialmente il faggio ed  il noce.  Anche le bacche del sorbo montano venivano utilizzate per produrre una specie di farina, tanto che tale sorbo viene anche volgarmente detto farinaccio. E così pure le ghiande della quercia venivano utilizzate allo stesso scopo, anche se normalmente costituivano l’alimentazione dei suini. I boschi erano poi ricchi di frutti selvatici, soprattutto il melo ed il pero selvatico erano oggetto di una vera e propria ricerca nei mesi autunnali. I frutti erano duri, immaturi, ma dopo un lungo ammezzimento in fruttaio, potevano essere cotti e mangiati. Insomma i boschi, le radure di montagna, gli altipiani selvaggi, erano ricchi di ogni sorta di piante utilizzate dalle popolazioni rurali nella normale dieta oppure, negli anni nei quali i raccolti erano scarsi. Molto apprezzato dai contadini era il bagolaro del quale si raccoglievano a novembre le bacche nere che venivano essiccate e mangiate durante l’inverno. In effetti questa pianta, facilmene rinvenibile allo stato spontaneo in tutta la regione, è stata coltivata e piantata dai contadini nei pressi degli orti o delle vigne, insieme al fico ed ai mandorli. Si raccoglievano anche le fragoline di bosco, i ribes, l’uva spina, il prugnolo, il corniolo ed il lampone, frutti di cui sono ricchi i boschi della valle. Oltre al sorbo domestico, pianta molto considerata e spesso coltivata, ed al sorbo montano, nei boschi si raccoglievano i frutti del sorbo degli uccellatori e presumibilmente, del sorbo ciavardello, pianta rara ma con dei frutti molto gustosi... 

Ma il bosco era popolato di numerosi personaggi oggi quasi del tutto scomparsi, oltre ai viandanti, ai cercatori di piante, c’erano soprattutto i cacciatori, i taglialegna, i vetturini ed i carbonai. Alla fne dell’inverno i boschi si popolavano di piccoli gruppi di uomini legati da amicizia o parentela che salivano dai borghi pedemontani e si immergevano nei ftti boschi di latifoglie per produrre carbone vegetale dalla combustione parziale della legna: erano i carbonai. Costruivano una capanna per ripararsi dalle piogge o per viverci, se il paese era molto lontano; anche perché si stava nel bosco a produrre carbone per tutta la primavera, l’estate e sino al primo autunno. Dopo la lenta cottura delle cataste di legna ricoperte di terra ed erba, il carbone prodotto si faceva raffreddare e poi si consegnava ai carrettieri che con i muli lo trasportavano nei mercati cittadini. Insomma, i carbonai erano dei maestri del fuoco lento e dei grandi conoscitori del bosco e dei suoi segreti. Il vetturino si alza presto all’alba, quando il chiarore del nuovo giorno è ancora indefnito. Prepara i muli e subito si mette in viaggio per andare a caricare la legna... La solitudine, il gusto dell’avventura, la bellezza di interi mesi trascorsi tra boschi, ruscelli e prati, ma anche la capacità di sopportare fatiche, il freddo o il caldo: questa era la vita del vetturino, dei carbonai e dei taglialegna.... (da https://www.forestamodellovalleaterno.it)

Titolo del Paragrafo
Una foresta modello
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Torre di Beffi e monte Sirente,
Credits Immagine Paragrafo
Torre di Beffi e monte Sirente, ph Aternostru, CC0
Descrizione Paragrafo

L’idea di realizzare una “Foresta Modello”, dove enti pubblici e privati lavorano insieme per il territorio, nella Media Valle dell’Aterno, seconda in Italia, dopo quella della Val di Sieve, in Toscana, è nata dalla necessità di collegare e far lavorare insieme i piccoli borghi e le tante persone e istituzioni attive nel territorio. Il coinvolgimento dei cittadini è uno dei principi chiave di “Foresta Modello” e si realizza attraverso la creazione di una “associazione di territorio” con l'obiettivo di aumentare l’attrattività della valle verso diverse tipologie di viaggiatori e accreditarla come un territorio del “ben vivere”, aumentandone così la notorietà come destinazione di turismo lento e sostenibile.  Le nazioni del mondo che hanno aderito a questo progetto formano la Rete Internazionale delle Foreste Modello (International Model Forest Network IMFN)  che riunisce enti pubblici ed associazioni impegnati a gestire in modo sostenibile oltre 84 milioni di ettari di superfici boschive in 31 nazioni del mondo. 

La Rete è coordinata da una Segreteria Internazionale in Canada e da sette Segreterie di macro-regioni: Africa, Asia, Canada, Ibero-America (Penisola Iberica e America Latina), Mediterranea, Europa Settentrionale e Russi. Acciano, Caporciano, Fagnano Alto, Fontecchio, Fossa, Molina Aterno, Ocre, Poggio Picenze, Prata d’Ansidonia, San Benedetto in Perillis, San Demetrio ne’ Vestini, Sant’Eusanio Forconese, Secinaro, Tione degli Abruzzi e Villa Sant’Angelo sono i comuni interessati a questo innovativo progetto dall'ottobre 2018 quando la Regione Abruzzo ha formalmente aderito all’International Model Forest Network (IMFA)  e ha designato la media Valle dell’Aterno e i quindici comuni che si sono candidati come area pilota per la sua realizzazione.

Il 20 febbraio 2024 la Foresta Modello Valle dell'Aterno - FMVA è entrata ufficialmente all’interno della rete mediterranea come seconda Foresta Modello italiana ricevendo l’investitura ufficiale a Foresta Modello della rete internazionale (International Model Forest Network Mediterranean Model Forest Network).

Gran parte della media valle dell’Aterno insiste all’interno del Parco regionale naturale del Sirente-Velino: un’area estesa circa 50.250 ettari, all’interno della quale si trova un’ampia varietà di specie vegetali ed animali che rappresentano nel loro insieme un importante spaccato della biodiversità ecosistemica dell’Appennino centrale del quale il bosco è l’elemento caratterizzante ed il suo principale elemento di pregio estetico assieme ai borghi che lo costellano. La media valle del fume Aterno, sotto il proflo della biodiversità vegetale presenta una straordinaria ricchezza di ambienti, di specie e di tipologie vegetazionali, dovuta alla conformazione geomorfologica varia e articolata e alla grande differenza di altitudini, comprese tra i circa 600 m s.l.m. del fume Aterno, fno alle aree di alta quota che culminano con il Monte Sirente (2343 m s.l.m.), passando attraverso i pascoli dei piani carsici e i boschi dei versanti.

    Titolo del Paragrafo
    “Le Torri nella Media Valle dell’Aterno”
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    Fontecchio_-_Torre_dell'orologio_-ph Pietro, CC BY-SA 4 0.jpg (965.19 KB
    Descrizione Paragrafo

    ll progetto “Le Torri nella Media Valle dell’Aterno” approvato dalla Fondazione Carispaq per il bando sul Turismo Esperienziale, si pone come obiettivo il coinvolgimento dei visitatori, valorizzando al massimo le emozioni nelle componenti essenziali quali i sentimenti, le sensazioni, la capacità di stupire e di meravigliare con qualcosa di diverso dal solito, le relazioni umane tra chi offre l’esperienza e chi la riceve, il coinvolgimento dei 5 sensi,  la comprensione e il racconto del territorio della provincia dell’Aquila.

    Le torre rappresentano la tipologia di architettura fortificata più semplici, posizionate sui luoghi più elevati, per meglio esercitare i fondamentali compiti del controllo, dell'avvistamento e della segnalazione ed erano poste in modo tale da garantire il collegamento ottico tra più presidi. Con il sopraggiungere di nuove esigenze tattiche, le torri, dapprima isolate, sono poi divenute elementi di più ampie ed articolate fortificazioni. La tipologia fortificativa nella quale la torre è maggiormente utilizzata in Abruzzo è sicuramente quella del castello recinto. Di origine prevalentemente medievale, il castello recinto è costituito da una cinta muraria, a pianta triangolare o pentagonale, munita generalmente di più torri; quella principale, più imponente (che in tal caso prende il nome di puntone), era posta quasi sempre a monte del recinto e rappresentava il caposaldo della fortificazione.

    Il progetto “Torri della Media Valle dell’Aterno” ha al centro il rapporto culturale ed emotivo della comunità locali col sistema dei borghi e delle torri che li dominano e che rappresentano un forte richiamo identitario e affettivo, un forte simbolo dell’identità locale che rimane, però, un patrimonio in gran parte poco conosciuto ed accessibile sia ai cittadini dei paesi che ai turisti che frequentano la valle.

    Nel 2023 si sono svolti una serie di eventi tra i quali giornate dedicate alla visita delle imponenti torri medievali.

    • Torre di Beffi di Acciano, dalla quale si gode di una magnifica vista panoramica sul massiccio del Sirente e la valle. I resti della struttura difensiva medievale della frazione di Beffi si trovano ai piedi del paese, sul pendio roccioso che scende verso il Fiume Aterno. Nel 1294, Pietro da Morrone nel suo cammino per ricevere l'incoronazione con il nome di Celestino V, passò per Acciano e Beffi. Si narra di un miracolo compiuto dal Santo presso la Chiesa della Madonna della Sanità. L'area è ricompresa infatti nel Cammino del Perdono di Celestino.
    • Torre Medievale di Roccapreturo - Acciano (AQ) menzionata per la prima volta nei catasti del 1400 con il nome di "Roca di Preturo" ovvero "fortezza sulla roccia". Attualmente dell'antico recinto fortificato di Roccapreturo (sec. XIV), costruito nella parte alta del paese, rimane la torre di vertice a pianta poligonale.
    • Torre di Goriano Valli (Tione degli Abruzzi) che si trova fuori dall'abitato. La torre di avvistamento fu edificata a scopo militare nel XII secolo circa, ha pianta circolare e fu realizzata con vani sovrapposti creati con struttura lignea e in muratura, con volte e botte. Più che carattere difensivo, la struttura serviva per il controllo della vallata. (23.09.2023)
    • Torre di Tione degli Abruzzi, fatta erigere nel XIV secolo con funzione di avvistamento lungo il perimetro murario oggi scomparso. La torre ha pianta quadrata con ingresso rialzato a est, insieme a bastioni.La torre ha funzione civica, poiché nell'800 vi fu montato un orologio. 
    • Torri di Fontecchio (Cornone e Torre dell’Orologio). La Torre dell'Orologio del XV sec. è così chiamata perchè una facciata è impreziosita da un antico orologio, considerato tra i più antichi d'Italia, come confermato dal quadrante suddiviso in sei ore e dal meccanismo, ancora in funzione, che muove la sola lancetta delle ore. Ogni sera emette 50 rintocchi a memoria dei 50 giorni dell'assedio spagnolo del 1648 che ebbe fine grazie all'impavida Marchesa Corvi che uccise il comandante delle truppe nemiche. 
    • Torri di Castello (Fagnano Alto). Il borgo, sito in località Castello, è un vero e proprio recinto fortificato composto da muratura a scarpa e da un perimetro ellissoidale. Le case interne sono ben conservate e anche la chiesetta è in buono stato. Le mura di cinta risalgono al XIII secolo, e sono accessibili da Via San Pietro. La porta di accesso è a sesto acuto, sorvegliata da due torri rompitratta. Altre due torri laterali sono alterate alle mura del perimetro. Un'ultima torre è posta presso una seconda porta di accesso. Le torri sono state decorate da merlature nel XIV secolo. 
      Sono state organizzate visite guidate ed eventi correlati, brochure informative che invitano a percorrere un itinerario tra natura, arte e storia. Coinvolti anche i ristoratori che, per l'occasione, propongono menù dal sapore medievale. 

     

    Etichetta

    • Tour culturale

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    Ultimo aggiornamento

    20/03/2024, 08:48

    Pubblicato da Laura Toppeta