Descrizione
Una bolla di Papa Bonifacio IX, emessa nel 1931, concede l'indulgenza plenaria ai devoti in visita alla Chiesa di Santa Maria di Roncisvalle di Sulmona.
Il prezioso ritrovamento è del giovane ricercatore sulmonese Stefano Mari che, partendo dal catalogo delle pergamene redatto dagli studiosi Giovanni Pansa e Pietro Piccirilli, ha ritrovato la bolla fra i documenti della Pia Casa della SS.Annunziata di Sulmona (circa tremila) conservati presso l’Archivio di Stato di Sulmona.
La bolla, la stessa che 100 anni prima Papa Celestino V riconobbe per la basilica di Collemaggio a L’Aquila, è concessa a tutti i fedeli che si fermano a pregare davanti all’immagine della Madonna, nel periodo dell’ottava dell’Assunta, cioè il 22 agosto.
La chiesetta rurale sorge in prossimità del tratto occidentale della cinta muraria sull’antica via romana denominata Numicia o Minucia, lungo il tracciato del tratturo Celano-Foggia. Il suo nome secondo la leggenda deriverebbe da un feroce episodio di battaglia avvenuto tra gli abitanti di Sulmona e quelli di Pescocostanzo. Appartenuta ai monaci Agostiniani, prese il nome dall’Ordine ospedaliero di S. Maria in Roncisvalle, originario di Pamplona e seguace della regola Agostiniana. Conosciuta anche con il nome di Santa Maria Lungis Valle, Rosa de Vallis o, più di recente, di Santa Maria Giovanna, fu eretta forse sopra un tempio romano nel XIII secolo in una zona ritenuta sacra,e dedicata probabilmente al culto di Minerva. La chiesa divenne meta di pellegrinaggi soprattutto dopo che Papa Paolo III (1534-1549) riconobbe il potere miracoloso all’immagine della Vergine di Roncisvalle.
Dopo lavori per il restauro e la messa in sicurezza del piccolo luogo sacro da parte della Soprintendenza, soprattutto alla luce del prezioso ritrovamento, ipotizzando il ripristino del rito della Perdonanza così come avviene all’Aquila, la chiesa è stata riaperta al pubblico.