Magazine

La Tjella (o ciabbotta, ciambott', bandiera)

Una gustosa pietanza consumata in estate come piatto unico

Data:

03 luglio 2024

Tempo di lettura:

2 min

Argomenti
  • Ricette della tradizione
  • Estate
ph Karen and Brad Emerson - cc-by-2.0

Descrizione

La Tjella o ciabbotta (o ciambott') è una gustosa pietanza vegetariana consumata in estate come piatto unico,  è diffuso in tutta la regione ma con nomi diversi a seconda delle zone.

L’origine della ‘tjella’ (così chiamata nel teramano) risale alla fine del 1700, quando la patata, i peperoni dolci e i pomodori, conosciuti e importati dall’America, si diffusero anche in Abruzzo.

Le vitamine presenti nelle numerose verdure fresche di stagione che compongono la ricetta, anche se cotte, sono sicuramente molto utili al benessere dell’organismo.

La ‘tjella’ va servita in una terrina di coccio con un solo manico lungo e accompagnata da un bicchiere di buon vino Cerasuolo d’Abruzzo DOC d’annata.

Il piatto si può gustare in agosto alla Sagra pipindune e ove a Collecorvino (Pe)

 

Titolo del Paragrafo
La ricetta
Immagine Paragrafo
La ricetta
Descrizione Paragrafo

La ricetta comprende patate, peperoni di tipo dolce, melanzane, pomodori, zucchine (in pari quantità) con l’aggiunta di cipolle, prezzemolo, aglio, olio extravergine d’oliva, sedano e sale. Occorre pulire e tagliare a fette le melanzane, salarle e lasciarle riposare per due ore circa. Trascorso questo tempo, è necessario pulire e tagliare le altre verdure e disporre tutto, a strati alterni, in una teglia da forno, avendo cura di condire le verdure con sale e olio e di cospargerle con un abbondante trito di aglio e sedano. La cottura deve avvenire a calore moderato e fino a quando l’acqua non sarà completamente assorbita.

Ne esistono diverse varianti: nel chietino e nel pescarese, la ricetta della ciabbotta (lu ciabbott’) prevede che gli stessi ingredienti siano tagliati a tocchetti della dimensione di 1-2 cm e messi tutti insieme a cuocere al forno o in un tegame sul fuoco; in altre zone nella preparazione si aggiunge un ripieno di carne macinata di vitello o baccalà a scaglie. 

Nell’aquilano il colore degli ingredienti (peperoni rossi, zucchine verdi e patate bianche) conferisce al piatto il nome di “bandiera”.

Ultimo aggiornamento

03/07/2024, 12:37

Pubblicato da Laura Toppeta