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L'arte di ritessere la vita: le donne delle Terre Mutate

Mi ritrovo una bella bandiera del Parco esposta in bottega e tanta speranza che inizi qualcosa...

Data:

08 marzo 2021

Tempo di lettura:

5 min

Argomenti
  • Artigianato tipico
  • Donne e uomini d'Abruzzo
Assunta Perilli nella sua bottega, ph Sara Furlanetto - Va' Sentiero

Descrizione

É il 2017 quando il Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga conferisce ad Assunta Perilli, archeologa e tessitrice, il titolo di "Ambasciatrice del Parco nel Mondo" per la sua determinazione nel "rafforzare le radici identitarie della comunità, vivere il territorio, riscoprire le tradizioni millenarie".

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Assunta Perilli
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Assunta Perilli
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Assunta Perilli nella sua bottega, ph Sara Furlanetto - Va' Sentiero
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La storia di Assunta comincia con un "magico" telaio, trovato per caso nel 2000 nella cantina che, come nella fiaba della Bella Addormentata "al contrario", la emoziona, la motiva per un nuovo inizio: è il telaio degli inizi del Novecento della nonna. Inizia qui la sua avventura, cerca e chiede, in un cerchio virtuoso di sorellanza, il sapere e l'appoggio di altre donne, le più anziane del borgo di Campotosto, ridotto a 60 abitanti dopo l'ultimo sisma, capaci di trasmetterle un'arte antica e quasi perduta. Il telaio è recuperato, restaurato e diverrà fulcro e motore della sua bottega. Non solo il sapere le trasmettono le donne del posto, Assunta riceve da una nipote della zia Laurina, antichi semi di lino da cui nascerà il progetto "Filo da torcere", prezioso lavoro sulla filiera del lino dalla semina, al raccolto, alla filatura e cosi ne racconta nel suo blog:

"Nel 2002 Vertolli Santina, la nipote di zia Laurina, mi regalò una busta di semi di lino che sua nonna aveva continuato a coltivare ,ormai centenaria, nel vaso davanti  casa sua. Non aveva mai smesso, anche solo un piccolo pugnetto , ma lo coltivava ogni anno. L'anno dopo anche la Fonte della tessitura cominciò a coltivarlo, moltiplicando quei semini che zia Laurina ci aveva lasciato. Ne abbiamo ottenuti cosi tanti nel corso degli anni che li abbiamo regalati a tutti coloro che hanno voluto continuare la sopravvivenza del seme: l'orto botanico di Barisciano, l'oasi di Penne, i tessitori abruzzesi e marchigiani, tutte le mie allieve, la nostra filiera del lino, tutti proprio tutti a passarci quel testimone che zia Laurina ci ha lasciato"

Assunta studia e cataloga tutti i tessuti "dell'alta montagna, dalla conca amatriciana al versante teramano fino a Scanno" e apre la sua bottega, dove tesse a mano, utilizzando solo materiali e colori naturali, seguendo le lavorazioni tradizionali,  lana, lino e canapa. La bottega rimane aperta e funzionante anche dopo il terremoto, anzi in quel momento sente che è il momento di dare ancora più vigore al suo lavoro, per sé e per la sua Campotosto. Con la casa semidistrutta ha la forza e il coraggio di riaprire una bottega in legno nella zona rossa del paese, che diverrà meta di appassionati della sua arte e di turisti e fonda l'Associazione Casa delle Donne di Amatrice e Frazioni che organizza anche corsi di tessitura.

Partecipa ad importanti trasmissioni televisive e collabora agli studi sulle tessiture arcaiche con la cattedra di Archeologia sperimentale dell'Università La Sapienza di Roma, arriva a creare un kilt rosso e blu per il Principe Carlo d'Inghilterra. Nel settembre 2020 la bottega di Assunta è stata tappa dei ragazzi di Va' Sentiero nel loro "viaggio lento" nell''Abruzzo autentico, che hanno attraversato partendo proprio da Campotosto. Per la particolarità della coltivazione del lino l'attività di Assunta è studiata dalle Università di Cambridge e di Copenaghen per comprenderne l'evoluzione nel tempo.

 

 

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Il contesto
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Lago di Campotosto
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Particolare importante dell'attività di Assunta è il rifiuto di usare il web per vendere i suoi prodotti perché il suo scopo principale è che si venga a respirare l'aria e la bellezza del suo territorio, Campotosto, il borgo toccato dal cammino delle Terre mutate, da Fabriano a L’Aquila, oltre 250 km di cammino nel cuore dell’Appennino, un itinerario che attraversa i territori ed entra in contatto con le comunità di quattro regioni del centro Italia (Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo), lungo i sentieri escursionistici e ciclabili di due importanti aree protette: il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, nel cuore dell’Appennino per un’esperienza di trasformazione profonda. Oltre 200 km di Cammino nelle terre del cambiamento per conoscere le storie, i protagonisti e i progetti di rinascita delle comunità locali che resistono e intendono ricostruirsi un proprio futuro. Un’esperienza di trasformazione profonda interiore che nasce dall’incontro con la bellezza e con la fragilità delle comunità e dei territori colpiti dal sisma, un viaggio lento e responsabile per contribuire alla “ricucitura” dei territori nel lungo arco di tempo necessario alla ricostruzione.

Campotosto  sorge sulla sponda settentrionale del lago omonimo meta di amanti della natura, del benessere, a circa 1300 metri d’altitudine, ideale per una giornata all’aria aperta o per sport acquatici come la canoa, il windsurf, il kitesurf, la pesca sportiva e la pesca professionale, circondati da una ricca e rigogliosa vegetazione con prati e boschi che assumono mille sfumature di colori.

Volendo fare un bel giro in macchina si può completamente circumnavigare il lago e bearsi dei bellissimi prati che lo circondano e che in estate lo rendono praticamente una "succursale" del mare. Tutto il comprensorio, per il suo valore paesaggistico e naturalistico, è tutelato da una Riserva Naturale dello Stato, inserita nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. L’ecosistema della Riserva è favorevole alla sosta di uccelli migratori come il raro e affascinante Airone Cenerino, il Croccolone (simbolo della Riserva), il Germano Reale e lo Svasso Maggiore. Caratteristica è la presenza di un numero elevato di anatre selvatiche, folaghe e moriglioni nei mesi invernali. Le specie ittiche attualmente presenti nel lago sono: il Coregone, la Trota fario, la Trota iridea, la Tinca, il Triotto o Rovella, il Barbo.

Campotosto è nota anche per le specialità enogastronomiche come la Mortadella, presidio Slow Food. La tradizione vuole che, questo particolare salume vada lavorato in determinati periodi dell’anno; quando cioè si è in fase di luna calante o in totale assenza di luna. Attualmente purtroppo sono poche le famiglie che producono l’originale Mortadella di Campotosto.

 

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Ultimo aggiornamento

10/05/2024, 10:48

Pubblicato da Laura Toppeta