Descrizione
La casa di Santa Gemma a Goriano Sicoli, vissuta tra il 1300 e il 1400, situata nel borgo antico del paese è a più piani e comprende 5 ambienti ognuno con funzioni specifiche che ricordano da vicino la struttura dello ziqqurat, il tempio delle arcaiche religioni matriarcali del Medioriente.
Allo stesso modo dello ziqqurat, al piano terra rialzato c’è il fondaco, i’ funeche, adibito sia alla raccolta del grano e dei frutti stagionali offerti dal popolo, sia alla conservazione del pane nel periodo della festa di maggio. La casa ha due ingressi: quello principale, che dà sulla piazzetta antistante la medievale Porta Bagliucci ed è riservato al rito femminile della festa, mentre quello secondario, che immette nel retro della casa, è riservato al rito maschile del venerdì santo. Tramite una scala esterna, in pietra ed obliqua, si accede all’ingresso principale della casa sacra; sugli ultimi 3 gradini di questa scala l’11 maggio avviene l’incontro con la toccia, tra la commare di Goriano ed una giovanissima forestiera, la commaruccia.
Secondo la tradizione cristiana, la ragazza rappresenta Santa Gemma ed arriva nella mattinata da San Sebastiano dei Marsi, suo paese nativo. Si tratta di un arcaico rituale molto complesso che si è mantenuto attraverso il tempo grazie all’esistenza della casa. Ogni spazio della casa nasconde significati simbolici della vita che si rinnova: perfino il pianerottolo delle scale ha la sua funzione: qui la commare è in attesa della ragazza che non ha mai visto prima e, dopo aver preso il nuovo cero dalle mani della giovane, avviene un suggestivo passamano tra le donne che lo poseranno sul letto.
All’interno della casa, al primo piano, c’è un ampio ingresso rettangolare con l’esclusiva funzione di ospitare per la cena solo le canestre, le giovani ragazze che hanno distribuito il pane di Santa Gemma nella processione del pomeriggio dell’11 maggio. Cenano all’ingresso perché sono “all’ingresso della vita” non ancora mogli e madri. Solo alle maritate e alle madri è riservata, invece, la grande cucina utilizzata per i lavori di panificazione che hanno inizio la notte del primo maggio. Attigua alla cucina è l’antica cantina con le botti del vino di Santa Gemma. Alla cantina si accede anche dall’ ingresso secondario situato vicino la Chiesa-madre. Qui ha luogo un rito notturno riservato ai soli maschi, infatti dall’ingresso secondario la notte del Venerdì Santo entrano gli uomini che hanno portato in processione il Cristo morto; a loro il procuratore della festa offre il vino nuovo spillato per la prima volta dalla botte.
Nella cantina gli uomini bevono il vino e mangiano qualche biscotto, poi escono dall’ingresso principale della casa. Vino e pane votivi saranno offerti ai paesani e ai pellegrini che visitano la casa nei giorni di festa. In una saletta da pranzo a lato della cucina ha luogo un altro momento importante che si riferisce al rinnovarsi del ciclo agrario della coltivazione della terra: la commare di Goriano offre alla commaruccia, appena arrivata, la mollica bagnata del pane dell’anno precedente. Dalla cucina si accede ad una sobria camera da letto in cui la commaruccia dormirà per 2 notti.
Nella parete su cui poggia il letto matrimoniale sono appesi 2 grandi fusi e una conocchia con la lana grezza, altri fusi più piccoli sono poggiati sui comodini, un richiamo al filo della vita tessuta dalla più giovane delle Parche greche, Cloto. Ai piedi del letto è esposto il grande cero votivo portato dalla ragazza l’11 maggio dell’anno precedente. Tutti gli oggetti presenti in questa stanza e in tutte le altre alludono all’idea di fertilità degli esseri umani e della terra, i due aspetti della vita considerati dai nostri progenitori-agricoltori un unicum indissolubile.
La casa di Santa Gemma rappresenta un documento di eccezionale interesse storico-culturale perché grazie ai suoi ambienti e ai gesti rituali che si svolgono in ognuno di essi durante tutto l’anno e nei giorni della festa è possibile ricostruire una parte importante dell’immaginario sacro delle popolazioni sannite pre-romane presenti da millenni in questo territorio.
All’interno della casa, al primo piano, c’è un ampio ingresso rettangolare con l’esclusiva funzione di ospitare per la cena solo le canestre, le giovani ragazze che hanno distribuito il pane di Santa Gemma nella processione del pomeriggio dell’11 maggio. Cenano all’ingresso perché sono “all’ingresso della vita” non ancora mogli e madri. Solo alle maritate e alle madri è riservata, invece, la grande cucina utilizzata per i lavori di panificazione che hanno inizio la notte del primo maggio. Attigua alla cucina è l’antica cantina con le botti del vino di Santa Gemma. Alla cantina si accede anche dall’ ingresso secondario situato vicino la Chiesa-madre. Qui ha luogo un rito notturno riservato ai soli maschi, infatti dall’ingresso secondario la notte del Venerdì Santo entrano gli uomini che hanno portato in processione il Cristo morto; a loro il procuratore della festa offre il vino nuovo spillato per la prima volta dalla botte.
Nella cantina gli uomini bevono il vino e mangiano qualche biscotto, poi escono dall’ingresso principale della casa. Vino e pane votivi saranno offerti ai paesani e ai pellegrini che visitano la casa nei giorni di festa. In una saletta da pranzo a lato della cucina ha luogo un altro momento importante che si riferisce al rinnovarsi del ciclo agrario della coltivazione della terra: la commare di Goriano offre alla commaruccia, appena arrivata, la mollica bagnata del pane dell’anno precedente. Dalla cucina si accede ad una sobria camera da letto in cui la commaruccia dormirà per 2 notti.
Nella parete su cui poggia il letto matrimoniale sono appesi 2 grandi fusi e una conocchia con la lana grezza, altri fusi più piccoli sono poggiati sui comodini, un richiamo al filo della vita tessuta dalla più giovane delle Parche greche, Cloto. Ai piedi del letto è esposto il grande cero votivo portato dalla ragazza l’11 maggio dell’anno precedente. Tutti gli oggetti presenti in questa stanza e in tutte le altre alludono all’idea di fertilità degli esseri umani e della terra, i due aspetti della vita considerati dai nostri progenitori-agricoltori un unicum indissolubile.
La casa di Santa Gemma rappresenta un documento di eccezionale interesse storico-culturale perché grazie ai suoi ambienti e ai gesti rituali che si svolgono in ognuno di essi durante tutto l’anno e nei giorni della festa è possibile ricostruire una parte importante dell’immaginario sacro delle popolazioni sannite pre-romane presenti da millenni in questo territorio.