Descrizione
Tutto ha inizio con la raccolta dei fiori ed erbe di campo, ginestre e foglie di menta, fondi di caffè, trucioli e foglie di mortella per colorare sabbia e granturco.
Secondo molte tradizioni, i petali utilizzati per la realizzazione delle opere floreali debbono essere freschi e raccolti all'albeggiare.
In occasione delle celebrazioni religiose del Corpus Domini nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, si svolge la tradizionale Infiorata nel magico borgo di Pescasseroli, ai piedi di uno sperone roccioso, circondato da montagne bellissime e da immensi boschi centenari di faggi, pini, abeti, aceri, querce, in una delle zone montane più suggestive d'Italia per la selvaggia bellezza paesaggistica e per la straordinaria varietà della flora e della fauna..
A partire dal sagrato della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, edificio quattrocentesco in stile gotico abruzzese, si snodano per le vie le antiche viuzze del paese e l'imponente viale Gabriele D' Annunzio, lunghi e variopinti tappeti, composti in gran parte da trucioli colorati, fondi di caffè, foglie di bosso, petali di fiori coltivati. Tutta la popolazione partecipa alla preparazione dell’evento, dalla raccolta del materiale, al disegno dei “tappeti”. Il giorno del Corpus Domini il sacerdote esce in processione percorrendo il tappeto floreale che si snoda lungo le vie della cittadina abruzzese.
La Festa del Corpus Domini a Pescasseroli, agli inizi del 1900 prevedeva due processioni: quella del giovedì, denominata "processione de le vie chiorte", in quanto si snodava per tutti i vicoli e vicoletti "strittele" del paese, dove erano presenti gli altarini, realizzati dagli abitanti del quartiere, ai quali il sacerdote impartiva la benedizione e quella della domenica seguente, la "processione delle vie dritte" perché il corteo percorreva le strade principali del paese, abbellite anche in questo caso dagli altarini.
Molto prima della ricorrenza festiva gruppi di volontari, coordinati dal parroco, provvedono alla raccolta dei fiori, delle foglie di mortella e posa del caffè per colorare sabbia e granturco per realizzare i disegni scelti dal parroco che formeranno il tappeto ornamentale. La notte prima della festa, molta gente del paese si raccoglie nella piazza della chiesa per dare inizio alla composizione del tappeto, lavorando incessantemente tutta la notte fino al mattino successivo. Nel corso della stessa notte altre persone preparano degli altarini, chiamati in dialetto "spuneche". Questi il più delle volte, raffigurano tratti della Bibbia e sono animati dai giovani del paese.
Anche le finestre delle case, poste lungo le strade interessate dalla porocessione, sono addobbate da bellissimi ricami eseguiti a mano dalle donne del paese. Solo il sacerdote calpesta l'infiorata e lungo il tragitto sosta dinanzi agli altarini. Terminato il percorso il corteo rientra nella chiesa parrocchiale per ricevere l'ultima benedizione.
Il giorno del Corpus Domini e la domenica seguente, si innalzano nei vari rioni del paese i cosiddetti “spuneche”, ovvero delle vaste scenografie a soggetto, perlopiù realizzate dalle donne, sulle quali spesso si allestisce un “pezzo” di recitazione teatrale. Gli attori sono ragazzi grandicelli, le comparse sono dei bambini più piccoli. Generalmente il soggetto prescelto è di argomento biblico ed evangelico, mentre più raramente si attinge al repertorio artistico classico religioso, ma a volte si ispira a momenti e situazioni di vita contemporanea, come quella allestita anni fa ispirato all’enciclica giovannea sulla pace e raffigurante una desolata e cruda scena di guerra. Più frequentemente si rappresentano miracoli ed episodi della vita di Cristo. L’addobbo principale cui si ricorre quasi sempre è la “tempa” ovvero il muschio insieme a fiori ed erbe di campo, in modo particolare di ginestre e foglie di menta il cui profumo, misto all’aroma dell’incenso, procura una delicata sensazione di sacralità.
Tutti sono impegnati nella realizzazione degli “spuneche”: i bambini a raccogliere erbe e fiori, gli uomini a costruire le impalcature, le donne a scegliere ed allestire i soggetti, a preparare i costumi e gli armamenti. Ogni famiglia contribuisce alla riuscita dell’opera offrendo per gli ornamenti lenzuola ricamate e bellissime coperte, pizzi preziosi e vasi di fiori, candelabri ed argenteria varia.
Si lavora instancabilmente tutta la notte e nel più stretto segreto, perché il gruppo vicino potrebbe venire a rubare qualche geniale idea. Tutto questo in un simpatico e sportivo spirito di emulazione, prefiggendosi ogni rione di far risultare la propria come l’opera più bella e più riuscita, permeata da una sincera e spontanea religiosità.
Alle 9 del mattino tutto è pronto; le strade del paese sono affollate di turisti che fotografano e filmano sia l'infiorata realizzata dai Maestri Infioratori sia gli altarini. Dopo la messa solenne inizia dalla piazza della chiesa parrocchiale, la processione organizzata in questo modo: la croce lignea apre il corteo seguita dai bambini con l'abito della prima comunione, la banda, le consorelle ed i confratelli del Carmine e dell'Incoronata, il sacerdote con l'ostensorio contenente il SS. Sacramento, coperto dal baldacchino portato da tre confratelli del Carmine e da tre dell'Incoronata, i chierichetti, le autorità civili ed infine i fedeli.
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