Descrizione
Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo. (Anna Frank)
"Non era una brigata vera e propria, piuttosto una banda irregolare, senza ufficiali, c’ erano molti contadini o disertori. Erano diretti a Recanati con l’intenzione di sciogliersi. Ma il comandante Ettore Troilo, classe 1898, un valoroso, un testardo, non ci stava. “Dobbiamo liberare anche quelli del Nord, che hanno bisogno di aiuto.” Troilo era un combattente esperto, un uomo di cultura: era andato volontario nella Prima guerra mondiale, dopo la laurea in giurisprudenza aveva fatto pratica a Milano nello studio di Filippo Turati. Era poi diventato un collaboratore di Giacomo Matteotti e aveva lavorato nella sua segreteria fino all’omicidio del deputato socialista. Aveva partecipato alla Resistenza di Roma a Porta San Paolo, poi era tornato al suo paese d’origine in Abruzzo e qui si era dato da fare per organizzare la resistenza armata. E, dopo la Liberazione, sarebbe diventato anche prefetto di Milano. Cosi, quando Troilo propose al maresciallo Giovanni Messe, capo di stato maggiore dell’esercito, di proseguire i combattimenti, la riposta fu: “Lo consento, purché arruoliate nella vostra forza ufficiali dell’esercito che conoscono l’arte militare. (Gad Lerner, Laura Gnocchi Noi, Partigiani. Memoriale Della Resistenza Italiana, 2020)"

Nato a Torricella Peligna (CH) il 10 aprile del 1898, Ettore Troilo, volontario della Grande Guerra a soli sedici anni, combatté valorosamente nel Cadore, sul Monte Grappa, sul Piave e infine congedato nel 1920 con la "Croce al merito di Guerra" e il grado di Caporale. Divenuto avvocato subisce la sorveglianza speciale, la schedatura, le perquisizioni, la discriminazione per il suo sostegno ad esuli e condannati politici. A fine settembre riesce a raggiungere l’Abruzzo; ma arrivato a Torricella vi trova le SS naziste, le retate, le razzie, i fuggiaschi, cui seguiranno il freddo, la fame e i primi eccidi. Il 19 ottobre viene catturato dalle SS nel suo paese ma riesce con altri paesani a fuggire saltando giù dal camion.
Seguito da una quindicina di contadini riesce a superare le linee tedesche e raggiungere Casoli presidiata dagli inglesi, dove il 5 dicembre in una stanza del municipio raccoglie i volontari, in maggioranza contadini, che costituiranno il nucleo di una banda partigiana, la gloriosa “Brigata Majella” alla quale aderiranno operai, studenti, militari, ufficiali, professionisti, artigiani, commercianti, impiegati “disposti a partecipare alle azioni e operazioni militari per la liberazione dei paesi della Majella.
Ed è proprio a Casoli che oggi verrà inaugurato nel pieno rispetto delle norme anti covid-19, in occasione del Giorno della Memoria, alla presenza e con la partecipazione dell’Ambasciatore della Repubblica di Slovenia S. E. Tomaz Kunstelj, il monumento dedicato alla memoria degli internati nell’ex campo fascista di Casoli, uno dei 15 campi di concentramento abruzzesi allestiti dal regime fascista all’indomani dell’entrata in guerra dell’Italia nel giugno 1940.
La cerimonia avrà luogo alle ore 10:00 in Piazza della Memoria.
L’iniziativa ha ricevuto i patrocini del Parlamento europeo, Regione Abruzzo, Arolsen Archives, Università degli Studi del Molise, Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Fondazione Fossoli, Memoriale della Shoah di Milano, Associazione “I Figli della Shoah”, Museo della Comunità ebraica di Trieste, Unione della comunità Romanès in Italia, Istituto Nazionale Ferruccio Parri, Giornale di Storia e ANPI nazionale.
La ricostruzione dei fatti relativi all’istituzione ed al funzionamento del Campo di concentramento è un’operazione storicamente rigorosa e umanamente toccante che l’amministrazione comunale ha avviato sulla spinta del lavoro di ricerca storica dello studioso Giuseppe Lorentini, dottorando presso l’Università degli studi del Molise, ideatore, creatore e responsabile del Centro di documentazione on line del campo di fascista di Casoli.
“È necessario che si faccia memoria degli internati civili stranieri, alcuni dei quali, in quanto ebrei, furono deportati ad Auschwitz. È altresì un impegno morale che si custodisca il loro ricordo come monito per le giovani generazioni, per tutti noi, per un’Europa solidale e unita sulla base del convincimento che gli studi storici e sociali rivestano un ruolo importante e insostituibile ai fini della conoscenza e della valorizzazione delle politiche della Memoria e della loro importanza, come vettore di sensibilizzazione delle moderne democrazie”. (sindaco Massimo Tiberini)
Sull’onda del notevole interesse che il progetto di Lorentini ha suscitato e con il pieno sostegno dell’Amministrazione Comunale, è stata allestita la Piazza della Memoria ove, il 27 gennaio 2018 il Comune di Casoli ha apposto una targa contenente tutti i 218 nomi degli internati civili “ebrei stranieri” (108), per lo più tedeschi, austriaci, polacchi, e degli internati politici “ex jugoslavi” (110), per la maggior parte croati e sloveni, che tra gli anni 1940 e 1943 transitarono nel campo fascista di Casoli. Grazie ad un importante finanziamento regionale, il Comune di Casoli ha portato a termine i lavori di consolidamento del centro storico e del muraglione della Piazza della Memoria nella sua nuova veste monumentale di Memoriale europeo, opera dei progettisti ing. Cristinziano Scutti e arch. Giuseppe Fortunato.
Tra gli internati spicca la figura dell’avvocato dottor Fortunat Mikuletič che nel 1943 proprio a Casoli scrisse in sloveno la sua testimonianza diretta dell’esperienza dell’internamento - inedita in lingua italiana e rimasta ignota anche agli addetti ai lavori - pubblicata postuma con il titolo esemplare di “Internatitis” (dall’editore Goriška Mohorjeva družba, 1974). Questa opera è parte fondamentale del progetto di ricerca del dottorato di Lorentini e sarà oggetto di traduzione in lingua italiana, studio e analisi storica, con l’obiettivo di pubblicarne i risultati nei prossimi tre anni sotto la supervisione del prof. Giovanni Cerchia, ordinario di Storia contemporanea all’Università degli Studi del Molise e coordinatore del dottorato in Innovazione e Gestione delle Risorse Pubbliche.
Parteciperanno alla cerimonia del 27 gennaio 2022 i discendenti della famiglia del dottor Mikuletič e del pittore accademico sloveno Ljubo Ravnikar, che realizzò numerosi schizzi e acquerelli che ritraggono scene quotidiane della vita del campo, nonché alcuni ritratti degli internati e della gente locale. A coronamento della cerimonia, lo storico Costantino Di Sante terrà un intervento dal titolo Memorie del “campo di concentramento” di Casoli e dell’internamento fascista a ottant’anni dell’occupazione della Jugoslavia.
Alle 11 saranno gli studenti del Liceo classico “V. Emanuele II” di Lanciano e dell’Istituto statale di Istruzione superiore “Algeri Marino” di Casoli che illustreranno il progetto “Il campo di concentramento di Casoli e le pietre di inciampo” sulle sette pietre di inciampo (Stolpersteine) installate a Casoli, realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig che ricordano 7 persone internate a Casoli, (5 morti ad Auschwitz, una alla Risiera di San Sabba e una sola sopravvissuta a Bergen-Belsen).
Nelle cantine del settecentesco Palazzo Tilli sarà visitabile un allestimento che ricorda la terribile quotidianità degli ebrei. per la maggior parte croati e sloveni che vissero internati in quelle stanze dal 1940 al 1944.
Alle ore 18:00 presso il Cinema-Teatro comunale seguirà il concerto “Romanò Simchà”- Festa Ebraica Rom di Alexian Santino Spinelli Group ed Enrico Fink con i solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo.
https://www.campocasoli.org/