Descrizione
Dal pomeriggio del 9 e fino alla sera del 10 dicembre si celebra il rito dedicato alla Madonna di Loreto, patrona del paese.
Adagiato sulle verdi colline contrappuntate di vigneti e uliveti a perdita d'occhio, a pochi chilometri dalle acque blu dell’Adriatico e dall'incanto della Costa dei Trabocchi, il borgo di Torino di Sangro (CH) racchiude in sé diverse meraviglie e punti di interesse storico-naturalistico di assoluto valore.
A cominciare dalla riserva regionale della Lecceta, uno dei rari boschi costieri ancora visibili in tutto il Mediterraneo, la cui superficie si estende per circa 180 ettari fino a lambire la borgata marina e il vicino trabocco Punta Le Morge. All’interno del suo perimetro comprende anche il Sangro River War Cemetery, il cimitero militare britannico più grande d'Italia per numero di caduti dopo quello di Cassino, con le sue 2617 anime salite in cielo durante l’epica battaglia sul Sangro raccolte nella quiete di un suggestivo teatro naturale. Racchiuso tra le foci dei fiumi Sangro a nord e Osento a sud, il lungomare alterna tratti sabbiosi e ciottolosi con stabilimenti attrezzati e servizi per famiglie ad altri più selvaggi e riservati, dove è possibile trovare l'unica spiaggia autorizzata per nudisti in Abruzzo.
Tra le emergenze architettoniche del centro storico posto sulla collina a pochi chilometri dal mare, oltre al Palazzo Priori nella centralissima piazza del comune intitolata al compianto sindaco Donato Iezzi, al complesso monumentale di San Felice lungo la strada per Casalbordino ed alla chiesa di San Salvatore con bella facciata in mattoni ed ambienti barocchi, è la chiesa della Madonna di Loreto sul corso principale il luogo più iconico ed identitario del paese. Gli spazi interni a tre navate, recentemente restaurati e restituiti alla loro originaria bellezza, custodiscono sculture, dipinti murali e su tela, oltre ad un fastoso altare maggiore in marmi policromi sormontato al centro da una nicchia contenente la statua lignea della Madonna.
Veneratissima patrona del paese, onorata con tre giorni di festa tra l’ultima domenica di maggio ed i due giorni seguenti, al suo culto è dedicato anche uno dei riti più antichi e sentiti dalla popolazione, che prende il nome del Viso Adorno. L’evento trae origine dal passaggio della Santa Casa di Maria da Nazareth a Loreto, avvenuto secondo la leggenda nella notte tra il 9 ed il 10 dicembre del 1294. Radunatisi nella borgata marina in località Le Morge, quindi, nel tardo pomeriggio del 9 dicembre cittadini e devoti muniti di fiaccole si muovono in processione verso il centro del borgo lungo la strada ricavata sul percorso dell’antico tratturo Magno. Canti devozionali, litanie e preghiere, ma anche soste rigeneranti a base di pane e olio, segnano il cammino fino all’arrivo nella chiesa madre dove, celebrata la messa, la statua della Madonna di Loreto viene deposta sul trono ed offerta all’adorazione dei fedeli per una veglia notturna.
Finemente rivestita, all’alba del mattino dopo viene portata sul sagrato dando avvio alla cerimonia del visadorno, come viene chiamata localmente. Tra la folla immersa in un suggestivo ed irreale silenzio, accompagnato dalla musica della banda s’innalza il canto del Buongiorno alla Vergine, seguito da una emozionante Pastorale. La sonora mattinata prosegue spostandosi lungo le vie del paese fino a raggiungere l’abitazione del sindaco, del parroco e di altre autorità locali, per poi passare a quelle di amici, conoscenti e notabili del luogo, intonando per loro delle strofe personalizzate tra sorrisi e scambio di taralli benedetti e caffè.
Nel pomeriggio, sempre pervasa da musica e convivialità, tra le case del paese avviene la raccolta della legna che sarà accatastata nel piazzale davanti alla chiesa per essere in parte venduta a sostegno del comitato organizzatore. Sul calar della sera, prima di riporre la statua della Madonna nella sua nicchia, viene celebrata una nuova messa solenne all’uscita dalla quale, tra canti, balli, fuochi pirotecnici e brindisi con vino rosso ed assaggi di dolci e scrippelle, un grande falò conclude la suggestiva celebrazione, non prima di aver proceduto all'estrazione dei biglietti della lotteria, sperando nella clemenza della dea bendata e, perché no, nell'intercessione della Vergine.