Descrizione
Tornareccio, una realtà fatta di oltre cento meravigliosi mosaici installati sulle facciate delle case del borgo è diventato un’esperienza unica in Italia.
Il borgo è un sorprendente museo a cielo aperto. I mosaici installati sulle facciate delle abitazioni divengono ogni anno più numerosi grazie all’evento “Un mosaico per Tornareccio”, manifestazione nata nel 2006. Da allora, il curatore dell'evento invita una rosa di artisti a creare bozzetti che abbiano un tema comune; nel mese di agosto viene allestita una mostra e i bozzetti più votati dalla popolazione e dai visitatori, l’anno successivo vengono trasformati in mosaici ed installati sulle facciate delle case.
L'evento si svolge in agosto nella sala polifunzionale “Remo Gaspari” “Un mosaico per Tornareccio” ed è promosso dall’Associazione Amici Mosaico Artistico con il patrocinio del Comune di Tornareccio (Ch).
I nuovi bozzetti tra cui selezionare quelli da trasformare in mosaici destinati ad arricchire la collezione en-plein-air vengono esposti per essere selezionati fino all’inaugurazione per essere ammirati dai visitatori che, con il loro voto, possono contribuire a scegliere il vincitore.
Come in passato, oltre al bozzetto vincitore anche altri potranno diventare mosaici, qualora si palesassero degli sponsor desiderosi di sostenere le spese di realizzazione.
Tutte le opere di Tornareccio vengono realizzate a Ravenna, nella bottega del Gruppo Mosaicisti di Marco Santi, in virtù di un’amicizia e di una storica collaborazione.
“... Un Mosaico per Tornareccio, ...è annuncio di rinascita per una comunità che attraverso l’arte ha scoperto un nuovo senso di appartenenza. Tornareccio, il paese che si è trasformato in museo, riparte dai suoi mosaici ispirati al miele e alle api, disseminati sulle facciate delle abitazioni. Riparte con un appello alla bellezza, un invito a sostenere le iniziative che con semplicità provano a lasciare traccia e ad arricchire l’anima dei territori più decentrati. Un Mosaico per Tornareccio è una di queste iniziative e ora più che mai ha bisogno di nutrirsi degli sguardi curiosi e dell’energia dei visitatori.Quello creato in questi anni a Tornareccio è un museo vivo, a cui non ci si abitua mai, che sorprende lo sguardo ad ogni variazione luminosa, che trae forza dal passante che con la sua andatura anima le strade. Il suo percorso museale abita le vie del paese e fa in modo che anche lo sguardo più distratto inciampi nell’incanto del colore, della luce, del mosaico. Un museo che, in questa estate così atipica, aspira ad essere ristoro di bellezza per chi sceglierà di visitarlo. La fruizione di questa collezione sui generis impone di concedersi qualche ora di sospensione, è una richiamo a perdersi nell’ombra dei vicoli del centro storico, ad accogliere il chiacchiericcio domestico restituito dallo svolazzare di una tenda, a lasciarsi accarezzare dal cinguettio degli uccelli o dal rintocco delle le campane. Passeggiare tra i mosaici di Tornareccio vuol dire immergersi in una utopia, portata avanti con caparbietà negli ultimi 14 anni, quella di aprire all’arte le strade del paese, la quotidianità degli abitanti. L’utopia di dar vita al museo di tutti”. ( coordinatrice Elsa Betti)
Il museo a cielo aperto è visitabile anche online 365 giorni l’anno sul sito web dedicato.
Il sito è stato pensato per accompagnare virtualmente il visitatore nel borgo museo, invogliandolo a scoprirlo nella realtà, magari con una visita guidata. Nella sezione introduttiva “Museo” la presentazione del progetto, gli autori coinvolti e una pagina dedicata ad Alfredo Paglione, il mecenate originario di Tornareccio all’origine di questa straordinaria idea che coniuga arte contemporanea e vissuto quotidiano.
“Opere”, invece, è la sezione centrale del sito, dove poterle ammirare una ad una, con le informazioni relative all’autore e al donatore. A seguire, una pagina che fa rivivere le varie edizioni di “Un Mosaico per Tornareccio”, la rassegna estiva al centro di un coinvolgente meccanismo che ha permesso la realizzazione del museo anno dopo anno, e poi un’ampia gallery con tutti i mosaici installati nella bellezza e nella tranquillità di Tornareccio. Infine, la pagina dedicata alla stampae quella dei contatti, con le informazioni anche per effettuare le visite guidate, a cura dell’associazione Amici del Mosaico Artistico (A.M.A.), che gestisce il museo.
Il logo di Un Mosaico per Tornareccio è elegante ed efficace, e contiene il simbolo che sin dall’inizio ha caratterizzato il progetto: il cavallo rosso di Aligi Sassu, estratto dal primo mosaico installato nel 2006, opera del grande maestro del Novecento. Tutt’intorno, una cornice che richiama all’arte musiva, magistralmente interpretata in tutti questi anni a Tornareccio dalla bottega del Gruppo Mosaicisti di Ravenna, diretta da Marco Santi. Le due parole “mosaico” e “Tornareccio”, infine, sono caratterizzate da una “o” in comune, a testimoniare un legame ormai indissolubile.
Tornareccio, borgo della provincia di Chieti, è posto alle pendici del Monte Pallano, in un’area ricca di fascino, sia per le bellezze naturali che per i tesori archeologici e storico-culturali. Nel centro storico del borgo, le cui prime notizie risalgono al IX secolo, si respira un’aria dal fascino particolare. Tornareccio è un paese agricolo per eccellenza. Vi si producono rinomati latticini e l'attività apistica raggiunge livelli ragguardevoli. Sulla, millefiori, acacia, rododendro, eucalipto, arancio: sono solo alcuni deliziosi tipi di miele che vengono prodotti a Tornareccio, vera e propria "capitale" di questo "dolce" prodotto. Ogni anno, l’ultimo fine settimana del mese di settembre, i caratteristici vicoli del centro storico ospitano la manifestazione "Tornareccio Regina di Miele", mostra mercato del miele e dei prodotti tipici con esposizione, degustazione e vendita. Inoltre, assolutamente da non perdere è la visita alle Mura Megalitiche e al Parco Archeologico Naturalistico di Monte Pallano. Infatti, nel suo territorio sorgono le maestose mura in opera poligonale di Monte Pallano, un circuito visitabile per 160 m che in alcuni tratti conserva la considerevole altezza di quasi 5 m. La potente fortificazione, eretta con ogni probabilità dagli antichi Lucani del Sangro, conteneva vari insediamenti al suo interno.