La basilica di San Bernardino si colloca fra le più importanti opere architettoniche realizzate nella città dell'Aquila durante la seconda metà del secolo XV.
Il monumentale complesso fu costruito per volere di San Giovanni da Capestrano, discepolo ed amico di fra Bernardino da Siena, allo scopo di offrire una degna collocazione alle reliquie del Santo senese attraverso un'apposita cappella collocata nella sontuosa basilica all'interno della quale, nel 1472, furono trasferite le spoglie. Oggi la costruzione si presenta in una veste essenzialmente barocca. Il progetto del nuovo edificio, risorgente dalle quattrocentesche fondamenta, iniziato nel 1707, fu affidato all'architetto romano Giovan Battista Contini.
Dal punto di vista architettonico l'intervento settecentesco inserisce un asse trasversale sul quale viene collocato il mausoleo del Santo che, posto sulla nave laterale e sopraelevato di cinque gradini, crea una seconda chiesa con relative navate ai lati.
A rappresentare la ricchezza dello stile barocco è tutto l'interno dell'edificio: l'intera navata centrale è coperta da un meraviglioso soffitto ligneo intagliato, dorato e dipinto (1724-26), le cui elegantissime forme sono arricchite da un grande emblema di Cristo e da tre dipinti di Girolamo Cenatiempo raffiguranti L'Assunta con i SS. Bernardino e Giovanni da Capestrano e due episodi della vita del Santo.
Il soffitto è opera di Ferdinando Mosca di Pescocostanzo, artefice pure del fastoso organo dorato. L'intero ambiente è rifinito da sontuosi stucchi .Pur se non appartenenti ad epoca barocca sono ugualmente da segnalare, per il loro indubbio pregio, alcune opere contenute nella basilica: due tra le più rappresentative opere di Silvestro dall'Aquila, il monumentale mausoleo di San Bernardino (1505) ed il monumento funebre di Maria Pereyra Camponeschi (1488-90); una grande e bellissima pala d'altare in terracotta smaltata di Andrea della Robbia (primi del '500); una serie di pregevoli dipinti di Rinaldo Fiammingo, Giulio Cesare Bedeschini e Pompeo Cesura.
Immagini di Ivano D'Ortenzio, cc-by-nc-sa