Il prodotto: il carciofo del vastese (mazzaferrata) è un simbolo del territorio, una delle prelibatezze degli orti.
Ha un sapore con un retrogusto dolciastro e una consistenza tenera e carnosa. L’ecotipo locale, utilizzato nell’area interessata, è di derivazione del “Campagnano”, varietà romanesca. L’epoca di raccolta dei capolini varia da marzo ad aprile secondo l’andamento climatico. I capolini della Categoria Extra, oltre ad avere le caratteristiche sopra descritte, si differenziano fra di loro per l’epoca di raccolta e il diametro.
Dove si produce: la zona di produzione del carciofo del Vastese comprende, principalmente, il comune di Cupello (Ch), dove è localizzata la maggior parte della coltivazione e i comuni limitrofi di Furci, Lentella, Monteodorisio, San Salvo e Vasto, dove il carciofo si coltiva anche in appezzamenti di modeste dimensioni e negli orti familiari.
Come gustarlo: è squisito fresco, preparato in tante gustose e svariate ricette che ne esaltano il sapore o conservato in vari modi. Innumerevoli le ricette che prevedono l'utilizzo dei carciofi, in umido, in salsa, al vapore. Anche i teneri germogli comunemente chiamati “carducci”, sono uno squisito alimento di sapore simile al più famoso “cardo”. Particolare importanza riveste anche la trasformazione casalinga e artigianale dei “Carciofini”, che vengono conservati in olio extravergine di oliva. Di seguito una delle ricette più note della regione che esaltano tutto il gusto di questo ortaggio, i carciofi ripieni:
Ricetta carciofi ripieni
- Ingredienti: 5 carciofi di Cupello, 100 gr. di pecorino abruzzese grattugiato, 3 uova, olio evo, mollica di pane, sale e pepe, prezzemolo.
- Procedimento: mondate i carciofi privandoli delle parti dure e lasciateli riposare in una bacinella con acqua e succo di limone. Preparate il ripieno e riempite i carciofi dopo averli ben sgocciolati. Posizionateli in un tegame, preferibilmente di terracotta, ricoprendoli fino all'orlo con acqua. Aggiungete olio, sale e due spicchi d'aglio e fate cuocere fino a che rimanga sul fondo poco di liquido di cottura. Quindi ripassateli qualche minuto in forno per dar loro la doratura finale.
Eventi: Festival del Carciofo di Cupello (Ch) - fine aprile
Storia: Il carciofo di Cupello, denominato anche “mazzaferrata” è conosciuto da secoli in tutto il Vastese, nelle campagne intorno al paese inizia ad essere coltivato sistematicamente solo alla fine degli Anni Cinquanta diventando così il "Re" e la "Res Tipica" della zona. Già nel XVIII secolo, sul mercato di Lanciano, si potevano acquistare carciofi locali. Infatti in una nota del monastero di Santa Chiara di Lanciano, risalente al 20 maggio del 1757, viene riportato l’acquisto al mercato di alcuni carciofi utilizzati per l’alimentazione delle Clarisse. Dal Catasto Agrario del 1929 si hanno notizie dell’esistenza di carciofaie in produzione nel sessennio 1923-1928. Risulta inoltre che nel comune di Vasto, all’epoca, esistevano circa 19 ettari coltivati a carciofi. Nel 1965, a Cupello, fu organizzata la prima sagra del carciofo. Oggi, grazie al lavoro congiunto della Camera di Commercio di Chieti e delle organizzazioni di produttori, è stato registrato un marchio collettivo comunitario “Carciofo di Cupello”, ed è stato adottato un disciplinare di produzione. Nel regolamento sono indicate anche le caratteristiche che il Carciofo di Cupello deve possedere all’atto dell’immissione al consumo fresco.
Curiosità: le notizie storiche che comprovano la presenza del carciofo nel vastese risalgono al 1575, quando il padre domenicano Serafino Razzi, nel suo diario di viaggio in Abruzzo, andando da Histonium (Vasto) a Punta Penna e descrivendo i luoghi attraversati, cita la presenza dei carciofi selvatici: ""Dopo inchinando già il sole, lasciammo il mare, per boschi di olivi e tra fiori di ginestre e pendici di carciofi selvatici salendo, ce ne ritornammo al convento con alquanti gamberi e granchi presi" . Si dice che Caterina de' Medici ne fosse ghiottissima.
Fa parte di: Prodotti agroalimentari tradizionali (PAT), Prodotti di Comunità Slow Food.
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