Panoramica
Se amate fiumi, natura, escursioni e cibo sopraffino, scegliete per le vostre vacanze Castellafiume, piccolo comune nella provincia dell’Aquila, sulle rive del Liri, il più grande corso d’acqua della Marsica.
Per questa posizione fu battezzato “Castrum fluminis”, castello sul fiume, alla confluenza con il torrente Rio Sonno (o Riosondoli).
Dei secoli XI e XII, epoca in cui dovette sorgere, divenendo in seguito feudo degli Orsini e dei Colonna, non c’è che un lontano ricordo (una manciata di ruderi del castello Orsini-Colonna), considerando che il terremoto del 1915 mise in ginocchio la comunità.
Ma il centro è grazioso, con una trama di edifici seicenteschi e settecenteschi, e alcune chiese interessanti, come quella dedicata a San Nicola, simbolo del borgo: un monumento religioso “resiliente”, costruito in età medievale dai monaci benedettini di Montecassino, e più volte modificato e ristrutturato, come testimoniano i diversi elementi stilistici e architettonici da cui è costituita.
Nel territorio, raggiungete la Grotta della Madonna della Ravara, nella frazione Ponte, dove nel 2013 è stata collocata una bella statua dedicata alla Vergine Maria, mentre a Pagliara, trovate le chiese di San Salvatore, con un elegante portale rinascimentale e l’organo a 19 canne costruito nel 1873 dall’organaro Tommaso Vayola con mirabile perfezione tecnica, e della Madonna della Neve, oltre che i resti dell’antico castello.
In località Pascolano (o Pascusano), inoltre, potete ammirare i resti di un’antica torre, a ricordo del castello attorno a cui vennero costruite piccole dimore dai pastori e dai contadini del circondario.
Potete organizzare, inoltre, se avete tempo a disposizione, una serie di escursioni guidate e arrampicate sportive nel territorio, ricco di falesie montane.
Ma solo se siete allenati.
E se siete nei pressi nel mese di agosto, vi consigliamo di partecipare alla Sagra della pasta e fagioli e degli arrosticini, indiscussi ambasciatori della regione, una volta di umili origini. La tradizione racconta che furono creati da due pastori del Voltigno (confine fra tre delle quattro province abruzzesi), che, per non sprecare la carne di una vecchia pecora, la ridussero a tocchetti, infilzandola in spiedini di legno e arrostendola al fuoco.
E così, da parti di carne meno nobili, nacque un piatto da re, inserito dal ministero competente nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani.
Cos’altro vedere:
- La chiesa di San Rocco
- La Cappella della Cona, sul valico fra il monte Girifalco e il vicino Monte Arunzo
- L’Acquedotto romano dell’Arunzo
- La Grotta di San Lorenzo, sul monte Girifalco
- Il Laghetto Valleverde