Panoramica
La chiesa di Santa Maria in Val Porclaneta è uno dei più interessanti esempi di arte romanica abruzzese, in cui confluiscono influenze arabo-ispaniche, bizantine e longobarde.
É situata alle pendici del Monte Velino a 1022 metri di altezza, raggiungibile percorrendo una caratteristica mulattiera che la collega al vicino paese di Rosciolo, frazione di Magliano de' Marsi in provincia di L'Aquila. La presenza monastica nel sito è sicuramente anteriore al 1080, anno in cui "Il conte Berardo figlio di Berardo, conte dei Marsi, donò al monastero di Montecassino il monastero di Santa Maria in Valle Porclaneta e il castello di Rosciolo con le sue pertinenze.
Subito dopo i Benedettini avviarono la ricostruzione del complesso abbaziale nelle forme che ancora oggi possiamo ammirare; a differenza della chiesa, del monastero non rimane più alcuna traccia. Nonostante l'appartenenza cassinese, la chiesa non riflette lo stile caratteristico che contraddistingue le fondazioni legate più o meno direttamente alla committenza dell'abate Desiderio di Montecassino. Attraverso il portico si raggiunge l'ingresso principale: un portale dalle linee piuttosto semplici in cui spicca la presenza di una graziosa lunetta ogivale, affrescata nel XV secolo con una raffigurazione della Madonna col Bambino tra due Angeli adoranti. Lungo il fianco destro della chiesa è possibile ammirare un piccolo portale, ornato da una formella scolpita raffigurante una Madonna con Bambino benedicente, opera attribuita al maestro Nicolò. Interrompono la cortina muraria un'elegante bifora e due piccole monofore realizzate nel XIV secolo. Degna di nota è poi la decorazione esterna dell'abside con cornici, lavorate a foglie di acanto e palmette. La chiesa presenta una pianta di tipo basilicale, suddivisa in tre navate, tre scalette immettono nel presbiterio, rialzato per via della cripta rettangolare che si sviluppa nello spazio sottostante. I capitelli propongono un repertorio di motivi romanici; cornici "classiche" benedettine, sul modello di San Liberatore a Maiella, si alternano a girali, palmette, fiori, animali. A destra dell'ingresso è posto il sepolcro del maestro Nicolò, con la lapide scolpita dallo stesso artista. Un arco gotico chiude il sarcofago, ornato da pannelli figurati a rilievo, raffiguranti un Agnus Dei tra due angeli ed un gallo ed una sfinge dal volto umano.
Di grande valore artistico sono poi l'ambone, il ciborio e l'iconostasi. L'ambone di Rosciolo è uno dei più begli esempi di scultura medievale. La struttura in pietra è rivestita dallo stucco, lavorato con sapiente maestria dai magistri Roberto e Nicodemo, che firmano con orgoglio l'opera ricordando l'anno di esecuzione, il 1150. Roberto di Ruggiero è noto per aver realizzato qualche anno prima il ciborio di San Clemente a Guardia al Vomano, mentre Nicodemo di Guardiagrele, che compare per la prima volta a Rosciolo, realizza nel 1158 l'ambone della chiesa di Santa Maria del Lago a Moscufo e nel 1166 l'ambone della chiesa di Santo Stefano a Cugnoli. I capitelli sono decorati da figure umane barbute intrecciate a sinuosi elementi vegetali, sul parapetto della scala, scene raffiguranti diaconi e soggetti testamentari, come David che lotta con un orso, la danza di Salomè e Giona ingoiato dalla balena. Il ciborio, attribuito al magister Roberto in prossimità del 1150, è ornato da omini che sorreggono con le mani la lunga barba, un arciere che sta per colpire la preda, un cacciatore che colpisce un basilisco, un altro omino, morso da un cane, che si contorce in una improbabile posa. L'elemento di arredo liturgico più antico tra quelli presenti nella chiesa è la bellissima iconostasi, composta da due lastre in pietra, probabilmente eseguite da artisti diversi, sormontate da quattro colonnine che sorreggono un architrave in legno. All'interno della chiesa si conservano interessanti affreschi, opera di artisti locali, che raffigurano diversi soggetti sacri, spesso ripetuti. Il gruppo più numeroso di essi si data al XV secolo e comprende, tra le altre, ben sette rappresentazioni della Madonna con Bambino in trono, dislocate sui pilastri delle navate, nonché sulle pareti del transetto e del presbiterio sul terzo pilastro della navata centrale. Nella navata centrale si trovano San Michele Arcangelo, due immagini di Sant'Antonio Abate. Al XIII secolo è databile una Crocifissione di Cristo conservata nel presbiterio.