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Destinazione

Grotta dell'Eremita

La leggenda dell'eremita e del giglio

Data:
Tempo di lettura:

4 min

Argomenti
  • Grotte
Grotta dell'Eremita, Pretoro, ph Fernando Blasioli, CC BY-SA 4.0

Panoramica

Descrizione lunga

La grotta dell’eremita si apre sul versante Nord Est del vallone di Angri ad un’altitudine di circa 1217mt.
Si ha traccia di una prima esplorazione ad opera di alcuni soci del CAI di Teramo nel 1927. Solo intorno al 1968, un gruppo di amici, appassionati di speleologia riuscirono a ritrovarla. L’avventura iniziò dalle parole di una sig.ra anziana di circa 86 anni, cittadina di Farindola, la quale in giovane età scoprì la grotta cercando una capretta scomparsa del suo gregge. La bestiola era salita fino alla grotta, perché al suo interno trovava facilmente acqua, derivante dal copioso stillicidio e da una probabile sorgente. La signora descrisse la grotta come ricca di “mortai” e “candelabri”. Quando i novelli esploratori, dopo un’ardua scalata, arrivarono alla grotta, si trovarono difronte a stalagmiti con vaschette che ricordavano dei “mortai per il sale” e stalattiti come “candelabri”. Purtroppo l’attività di predatori di concrezioni, dopo i primi anni dalla riscoperta, ha privato la grotta di molte concrezioni presenti. Per questo nei primi anni 70 ci fu un tentativo di protezione dell’ipogeo, con l’istallazione di una rete e di una porta d’ingresso, ad oggi non più in uso.
Ad oggi l’accesso alla grotta è reso più agevole dal sentiero che permette di arrivarci senza difficili arrampicate.
Il nome della grotta si deve alla leggenda per cui fosse abitata da un eremita, purtroppo non ci sono dati storici o altre testimonianze sulla sua reale permanenza nell’ipogeo. Un'altra leggenda legata alla grotta racconta che l’eremita, il giorno che lasciò l’eremo, lanciasse il suo bastone verso i Merletti di Villa Celiera. Nel momento in cui il bastone toccò terra, in quel punto nacque un giglio, che continua a nascere ogni anno nello stesso periodo, nello stesso posto.  
Arrivando davanti alla grotta la cosa che più colpisce è l’ampio ingresso, che lascia a vista un primo ambiente, caratterizzato da concrezioni ormai scurite con presenza di muschi e licheni, il tutto dovuto all’esposizione alle intemperie e al sole.

Un secondo ambiente più interno alla grotta è caratterizzato da particolari concrezioni candide e con forme arrotondate.  Dal soffitto scendono stalattiti di diverse forme dalle più tradizionale a forme arrotondate caratterizzate da fori centrali. Quasi tutte le concrezioni sono formate da una consistenza morbida e delicata.  Nel periodo dello scioglimento delle nevi, lo stillicidio viene incrementato, questo riempie nelle stalagmiti le piccole coppe, di acqua cristallina. In alcune troviamo anche delle pisoliti, dette perle di grotta. Queste ampolle d’acqua sono obiettivo di piccoli animali per dissetarsi nei periodi più caldi.

La grotta è scelta da piccoli gruppi di pipistrelli per il periodo invernale, come rifugio per il letargo.
In primavera ed estate non è raro trovare piccoli anfibi, rettili, che cercano riparo dalla calura. Ben presente la rappresentanza di insetti caratteristici degli ambienti ipogei, come la Dolichodopageniculata.
La grotta di per sé ha uno sviluppo orizzontale, adatta a piccoli gruppi e famiglie. L’avvicinamento è di tipo escursionistico esperto, in quanto sul finire del sentiero che conduce alla grotta, ci sono dei passaggi in arrampicata su roccette, che rendono il raggiungimento dell’ingresso della grotta difficoltoso.  Per maggior tutela dell’ambiente, data la delicatezza delle concrezioni durante la visita è necessario l’utilizzo di guanti, al fine di non bloccare la crescita delle concrezioni.  
La grotta resta isolata nel periodo invernale, periodo primaverile e autunnale con condizioni meteo favorevoli, praticabile nel periodo estivo.
È vietato asportare o danneggiare le concrezioni.

 

 

 

Posizione della Destinazione

Geolocalizzazione

42.1928834, 14.122968

Ulteriori informazioni

Ulteriori informazioni

AVVICINAMENTO GROTTA

Da dove sono parcheggiate le auto (33T 400462.7 E 4696070.7 N) a circa 50 metri a monte, sul lato avalle della strada parte una carrareccia che deve essere percorsa sino alla località “Valico di Paponi”(33T 401206.6 E 4695015.0 N) dal valico (cartello segnaletico del Parco Nazionale Gran Sasso Laga)una freccia indica il percorso da prendere per giungere alla grotta dell’Eremita. Il percorso, segnalatocon segni di vernice giallo-rossi scende attraverso una vallecola con spuntoni rocciosi alla sua dx(senso di discesa), dopo un centinaio di metri di dislivello il sentiero piega verso destra eattraversando alcune facili roccette (I° grado UIAA) si giunge all’ingresso della grotta (dal valico diPaponi circa 15’). Superate le roccette l’ingresso della grotta diventa evidente sulla destra. Si deve risalire per alcuni metri su terreno scivoloso anche in estate.


AVVICINAMENTO IN AUTO

Da Pescara-Chieti: arrivare al paese di Farindola, da lì proseguire sino a Rigopiano, passato il rifugioTito Acerbo, poco dopo si incontra il bivio che conduce a dx verso Castelli e a sx verso Vado di sole –Campo Imperatore. Dal bivio percorrere 3700 metri verso Campo imperatore, dopo il secondotornante a 300 metri circa sulla dx c’è uno spiazzo dove parcheggiare.
Da Teramo: arrivare al paese di Castelli e superarlo sino ad arrivare al bivio in località Rigopiano dovec’è un bivio a dx verso Vado di sole – Campo Imperatore e a sx verso Farindola. Dal bivio percorrere3700 metri verso Campo imperatore, dopo il secondo tornante a 300 metri circa sulla dx c’è unospiazzo dove parcheggiare.
Dall’Aquila: o via autostrada raggiungere Castelli e lì indicazioni come per “da Teramo” oppure da
Campo Imperatore raggiungere il Vado di Sole da lì percorrere 3400 metri verso Rigopiano, dopo il 4°tornante a 150 metri sulla sx c’è uno spiazzo dove parcheggiare.

Ultimo aggiornamento

06/02/2024, 14:41

Pubblicato da Laura Toppeta