Panoramica
Benvenuti a Monteodorisio. Il borgo dal nome imponente vanta un castello altrettanto maestoso, chiave di volta della sua storia, che vi invitiamo ad ascoltare e a vivere. Tutto, come sapete, nasce da un territorio e da un personaggio.
Il luogo in questione è la valle del Sinello in provincia di Chieti con i suoi rilievi collinari, a circa 10 chilometri da Vasto e meno di 40 da Termoli, in Molise; il personaggio è Odorisio Berardi, conte dei Marsi, che ne fu feudatario alla fine del X secolo, estendendo i suoi domini fino alla costa adriatica frentana dalla Marsica e dando origine all’abitato a circa 300 metri di altezza (in realtà già frequentato in precedenti epoche, come attestano i numerosi reperti archeologici rinvenuti).
La sua, era una famiglia potente, di origine Franca, la cui storia coincise per quei tempi con quella della regione. Pensate che grazie anche alla forza militare dei Berardi, i Saraceni non riuscirono a conquistare l'Abruzzo e annetterlo nel loro impero.
Odorisio dunque diede inizio alla storia, lasciando in eredità il suo nome al borgo, ma il castello, che potete ammirare nella parte più alta del paese, secondo la tradizione fu costruito in seguito, alla fine del XI secolo, e appartenuto successivamente a potenti famiglie, fra cui i Del Borgo, i Barrile, i Caldora e i d’Avalos.
Vi consigliamo di lasciare l’auto di fronte l’area verde attrezzata, a disposizione di visitatori e turisti per soste e ristoro, e salire verso il borgo con le sue mura, le torri di avvistamento e le porte di accesso, che continuano ad evocare quel periodo.
Il primo monumento che vi accoglie è il Santuario della Madonna delle Grazie, edificato nel 1886 quando, durante i lavori di restauro della vecchia chiesa, zampillò una sorgente d'acqua che, secondo tradizione, guariva i malati.
Salite ancora fino alla possente fortificazione, ancora oggi spettacolare. Rifatto più volte, l’ultima a opera di Giacomo Caldora al principio del ‘400, e riadattato a residenza signorile nel XVII e XIX secolo, è a pianta pentagonale con torrioni cilindrici in cui di cui ne rimangono due ben conservati.
All’interno, potete visitare gratuitamente una serie di sale, che ospitano il Museo per l’economia fra l’antichità ed il Rinascimento, il Centro di documentazione dell’Ordine francescano in Abruzzo e Molise, e il Museo archeologico del Vastese, che raccoglie numerosi oggetti delle genti che, dalla Preistoria al Medioevo, abitarono il territorio. Tra i reperti più significativi, vi segnaliamo l’alfabetario in lingua osca da Casalbordino, la collezione di reperti votivi affiorati nel sito del santuario frentano di Fonte San Nicola, tra San Buono e Carpineto Sinello, i corredi delle tombe tardoromane da Morendici di Villafonsina.
Alle spalle del castello, un altro maniero dalle forme naturale si erge verso il cielo: è la Maiella.
Visitate anche la chiesa di San Giovanni Battista con i muri di fondazione e la possente torre campanaria, che faceva parte del sistema difensivo del borgo fortificato.
La campana suona la mezza ed è ora di conoscere i prodotti tipici del territorio, come la Ventricina, un insaccato preparato con carne di suino, peperoncino, sale e semi di finocchio; le “Sagne a pezzate”, pasta fatta in casa preparata con semola di grano duro, sale e acqua, condita generalmente con pomodoro fresco; le “Ndernappe”, pasta fatta in casa preparata con farina bianca, crusca, acqua e sale, condita con sugo di ventricina leggermente piccante; le “Pallotte cac’e ove”, polpette di formaggio, uova e pane raffermo, fritte e poi ripassate in un sugo di pomodoro.
Tra i dolci, provate “Lu Purcellate” con vino, farina, olio, zucchero, uova e lievito di birra, introdotto nel 1935 in occasione della festività di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali; le “Scrippelle”, con farina, lievito, acqua, fritte in olio di semi e ricoperte da zucchero semolato; i “Celli” ripieni, modellati a forma di ferro di cavallo e prodotti in due varianti, la prima con uova e la seconda con vino bianco.