Destinazione

Oratorio di San Pellegrino - Bominaco (AQ)

Una delle testimonianze più importanti e rilevanti della pittura medievale abruzzese

Data:
Tempo di lettura:

3 min

Argomenti
  • Chiese

Panoramica

Descrizione lunga

L'Oratorio di San Pellegrino e la chiesa di Santa Maria Assunta costituiscono un complesso di straordinario valore artistico legato alla storia e alla diffusione dell'ordine monastico di San Benedetto.

L'espansione benedettina in Abruzzo iniziò in epoca longobarda, intorno al VII-VIII secolo, con le prime grandi fondazioni, per proseguire in età carolingia, nei secoli IX-XII. Di tutto il complesso oggi restano solo la Chiesa e l'Oratorio, due splendidi esempi dell'architettura romanica abruzzese, mentre sono scomparse completamente la struttura muraria ed altre costruzioni che pure dovevano far parte dell'intero organismo. Il complesso monastico affonda le sue radici nei primi secoli del Cristianesimo, tra III e IV secolo, quando sul luogo venne sepolto il corpo di un missionario laico, San Pellegrino, che a Bominaco subì il martirio morendo trafitto dalle lance. Alcuni secoli dopo, intorno all'VIII, su quella tomba venne edificata, ad opera dei fedeli, una prima chiesa che venne trasformata in Oratorio per volontà di Carlo Magno, che si era trovato in Abruzzo in quegli anni ed era stato particolarmente colpito dal culto di quel martire. Egli dotò la chiesa di una buona estensione di terreno e la donò all'abbazia benedettina di Farfa, dalla quale arrivarono i monaci per dar vita ad una nuova comunità monastica.

Una data importante nella storia dell'Oratorio è il 1263, anno in cui l'abate Teodino avviò e diresse i lavori di restauro e di decorazione. Della sua opera rimane testimonianza nella iscrizione del suo nome sia sul rosone dell'ingresso originario della chiesa sia sui due plutei in pietra all'interno dell'organismo. L'edificio attuale è il risultato di quei lavori. L'Oratorio di San Pellegrino presenta due facce, quella esterna e quella interna, diverse e contrapposte tra loro. All'esterno la chiesa si presenta semplice ed essenziale. Una cornice si snoda lungo il perimetro con funzione divisoria delle aree affrescate. Le aperture sono costituite da sei feritoie distribuite sui due lati della navata e da due piccoli rosoni posti sugli ingressi, di cui uno semplice e l'altro ornato e ricco. Di grande rilievo artistico e storico sono i due plutei in pietra che dividevano lo spazio riservato ai fedeli da quello riservato ai catecumeni. Di fattura classica, essi rappresentano un drago, a sinistra, e un grifone, a destra. L'interno è il risultato dell'opera di restauro dell'abate Teodino, che ebbe il merito di favorire la diffusione in Abruzzo dello stile gotico; egli arricchì la piccola chiesa di affreschi policromi che lasciano stupito il visitatore e che sono espressione della creatività spirituale ed artistica dei monaci artisti diretti dallo stesso abate. Il ciclo degli affreschi rappresenta una delle testimonianze più importanti e rilevanti della pittura medievale nella regione. Le pareti sono interamente affrescate con episodi tratti dal Vangelo, la Deesis e uno dei più antichi calendari monastici con le personificazioni dei mesi, i segni zodiacali e le fasi lunari.

Etichetta

  • Luoghi della fede

Posizione della Destinazione

Geolocalizzazione

42.243001600077, 13.6607972

Ultimo aggiornamento

18/04/2024, 17:10

Pubblicato da Laura Toppeta