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Destinazione

Rosciano

La felicità in un bicchiere di vino, nella storia

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Tempo di lettura:

2 min

Argomenti
  • Comuni d’Abruzzo
Rosciano Ph. Lucadideo Opera propria, CC BY-SA 3.0

Panoramica

Descrizione lunga

Preferite il rosso del suo probabile fondatore, il longobardo Roscio da Montechiaro, da cui il nome del paese deriva, o il rosso del Montepulciano d’Abruzzo, sovrano del territorio?
È una domanda retorica. Sappiamo bene qual è il rosso di vostro gradimento. Il bellicoso germanico lo lasciate tra i libri di storia, il vino simbolo della regione lo bevete tutto d’un fiato, come elisir di lunga vita, così come l’olio, “polposo” e nutriente come pane.


Poggiate i piedi sul “felice” territorio di Rosciano, in provincia di Pescara, formato da argilla, sabbia e ghiaia e baciato dal sole e dall’aria “frizzantina” del Gran Sasso e della Maiella, mitigata dalle brezze dell’Adriatico. 
Questo, il grembo materno dei deliziosi frutti degli ulivi e dei vitigni Montepulciano e Trebbiano, che con le loro etichette super premiate da anni portano il nome della regione ovunque nel mondo, e che hanno decretato a maggioranza assoluta Rosciano “Città del vino”, nella prestigiosa associazione nazionale. 


Il borgo, dalle radici medievali, vi dà soddisfazione anche nei beni culturali da visitare, come il castello con la torre detta “dei Paladini”, in ricordo di una leggenda per cui furono i Giganti Paladini a costruire l’edificio, all’epoca della prima crociata, intorno a cui, in seguito, il paese crebbe.


Ammirate la chiesa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria (detta anche di sant’Eurosia, patrona del paese), con tele del Seicento e del Settecento, fra cui tre opere di Nicola Ranieri da Guardiagrele datate 1774 e una “Madonna del Rosario col papa Pio V”, di stampo manierista, datata 1581. 


Visitate anche la chiesetta di San Nicola, che conserva una preziosa serie di affreschi rinascimentali della scuola di Andrea De Litio, il principale artista abruzzese del Quattrocento.


Non potete perdere l’esplorazione alla frazione di Villa Badessa, un tempo isola linguistica Arbereshe, la quale rinnova la sua tradizione nella ritualità liturgica greco-bizantina, che fa capo all’Eparchia di Lungro, in Calabria. 
Se avete tempo a disposizione, potete assistere a una delle messe celebrate nella chiesa locale, che conserva una ricca collezione di icone bizantine e post bizantine, considerata tra le principali raccolte di icone dell’Europa Occidentale. 
La comunità Arbereshe proveniente dalle Isole Ionie intorno a Corfù e dai villaggi dell’Epiro meridionale, fu stanziata nelle terre di Rosciano nel 1743, grazie al beneplacito del re Carlo III di Borbone. 


Sagne e fagioli, cannelloni, maccheroni alla chitarra e arrosticini, vi fanno compagnia a tavola. E non preoccupatevi per la digestione: siete in una zona di pregevoli distillati e liquori d’erbe, come la Genzianella, il Nocino, il Ratafià, il Centerbe
 

Etichetta

  • Borghi
  • Comuni

Posizione della Destinazione

Geolocalizzazione

42.321683775502, 14.043531417847

Ultimo aggiornamento

15/06/2023, 18:16

Pubblicato da AbruzzoTurismo