Panoramica
Nello specchio d’acqua si riflette tutto il verde dell’altopiano. Siete sulle sponde del lago di Secinaro, in provincia di L'Aquila, a oltre mille metri d’altitudine, alle falde del Monte Sirente, e non riuscite a smettere di osservarlo, quel lago.
È veramente un cratere causato dalla caduta di un meteorite o è stato realizzato dall’uomo?
Recenti studi hanno attestato che il piccolo bacino dai bordi rialzati è l’unico cratere meteoritico in Italia formatosi 1650 anni fa, IV secolo d.C.
Se così fosse, la sola visita al misterioso lago vale il viaggio nel territorio di Secinaro, almeno per gli appassionati degli “affari” del cielo.
A quei tempi, quando il meteorite solcò il cielo, infuocandolo, il borgo era probabilmente un “vicus” romano, come raccontano le decine di vestigia affiorate nei dintorni, insieme ad altri reperti ancora più antichi, databili nel periodo in cui Secinaro era un importante insediamento dei Peligni Superequani.
Immaginate la scena, già vista in decine di pellicole di fantascienza, il pianoro che fuma e gli esseri umani, atterriti, che fanno le prove con la “nuova” religione, il Cristianesimo. Riti e preghiere completamente diversi da quelle innalzate alla Dea Sicinna, venerata dalle popolazioni italiche di quest’angolo d’Abruzzo e da cui il paese prende probabilmente il nome.
Vi sembra di essere in uno di quei film.
Urge allora una boccata d’ossigeno sull’Altopiano delle Rocche, che si estende come una coperta verde di pascoli tra le dorsali del Velino a nord-ovest e del Sirente a sud-est, all’interno del Parco regionale del Sirente Velino.
Vi trovate in un meraviglioso sistema di altopiani carsici situati tra i 1200 e i 1400 metri di quota, sorvegliato dalle cime di Monte Rotondo, Monte Cagno, Monte Ocre e Cefalone, tutti sopra i 2000 metri. Una meta ideale per praticare in inverno lo sci di fondo, le ciaspolate, lo sci escursionistico e lo sci alpino, ma anche per indimenticabili passeggiate a piedi e in bicicletta ed escursioni a cavallo nelle altre stagioni dell’anno.
Se inoltre siete qui a maggio, rimarrete stupiti dal bianco che colora i prati: non è la neve tardiva, ma il narciso che inonda l’altopiano con la sua fioritura spontanea.
Uno spettacolo emozionante, di quelli che solo la natura può regalare.
Nel borgo, ammirate il Santuario della consolazione, che sorge sui resti di un tempio dedicato alla dea Pelina, con affreschi del 1500, tra cui quello relativo alla leggenda legata all’impatto del meteorite, secondo la quale la chiesa e la statua della Madonna posta sull’altare sarebbero state portate dagli angeli in un abbagliante fascio di luce, per sconfiggere i pagani seguaci della dea Sicinna.
Bella, anche la chiesa parrocchiale di San Nicola, risalente al XIV secolo, costruita nella parte più alta di Secinaro sui resti del castello medievale del feudo della famiglia Sichenalem, originaria di Rieti. Al suo interno ospita affreschi del 1500 e uno degli organi più antichi della regione.
Lasagne allo zafferano, chitarrina al pomodoro con le erbe del Sirente, agnello porchettato, vi aspettano a tavola e voi, al centro di questo piccolo mondo antico e incantato, tra dee, meteoriti e altopiani mozzafiato, non vorrete andare più via.