Panoramica
Volete intraprendere un viaggio in un luogo che non c’è, come la famosa isola di Bennato? Imboccate la seconda stella a destra.
Questo è il cammino per Tornimparte, in provincia dell’Aquila, che non ha un suo centro storico “personale”, ma un variegato territorio sparpagliato nella valle del torrente Raio.
La sua storia, del resto, è scritta nel nome, che vuol dire “fortezze dislocate in varie parti” (“turres in partibus”).
E così il territorio è rimasto, articolato in 21 frazioni, con le proprie chiese, le proprie usanze, con l’amministrazione comunale che ha sede in una di queste, a Villagrande.
Data la sua posizione strategica, il circondario che lambisce la valle dell’Aterno, ospitò in epoca antica gli avamposti di Amiternum, centro dei Sabini, quindi si fece romano, come testimoniano vari cippi funerari rinvenuti in Villagrande, Colle San Vito, Piè la Villa, Rocca Santo Stefano.
È proprio a partire da questi insediamenti che, nel Medioevo, sorsero i paesi di Tornimparte nella fisionomia attuale.
Fra tutte le chiese, alcune ancora inagibili in seguito al terremoto dell’Aquila, la più suggestiva a detta dei locali è la parrocchiale di San Panfilo, a Villagrande, preceduta da un sagrato e da un portichetto su pilastri grezzi, che custodisce alcuni affreschi, tra cui la “Madonna in trono col Bambino e 4 Santi”.
All’interno, trovate pitture risalenti al 1494 circa – “Cattura di Gesù”, “Flagellazione”, “Deposizione” e “Resurrezione” - a firma di Saturnino Gatti, pittore e scultore dell’epoca, che si formò prima nella bottega di Silvestro dell’Aquila e poi forse frequentò la bottega del Verrocchio.
Per raggiungere un’altra chiesa di pregio, Santo Stefano, dovete percorrere per circa 1 km un sentiero di montagna puntellato da querce secolari e recentemente ampliato, che si affaccia sulla conca aquilana e sulla catena del Gran Sasso.
La pieve risale alla prima metà del XII sec., in posizione sopraelevata tra le frazioni di Colle Marino, Forcelle e Rocca Santo Stefano, e mostra ancora, nonostante i vari terremoti subiti nei secoli, le diverse fasi di ricostruzione risalenti al XIII, XIV e XVIII.
Scorgete nel folto, i ruderi di un castello, a controllo forse di vie, come la Claudia Nuova e la Cecilia, rilevanti per il commercio di lana e zafferano.
Se siete appassionati speleologi, vi segnaliamo in località Vallone del Puzzillo, la Grotta di Vaccamorta, una cosiddetta risorgenza attiva (fa cioè da sorgente a un corso d’acqua) nel gruppo del Monte Velino, considerata una delle più belle cavità sotterranee del comprensorio aquilano.
Ma attenzione. La sua visita è consigliata solo se siete accompagnati da esperti speleologi.
A tavola, invece, potete trovarvi anche da soli, anche se è sempre meglio essere in compagnia per condividere le ottime pietanze della “casa”, come l’antipasto a base di formaggi e salumi, il primo con pasta di farro, ricotta e guanciale, il secondo con l’agnello cacio e ova.