Un percorso che vi condurrà alla scoperta di una cultura del passato ancora radicata in gesti e tradizioni popolari, nell’accoglienza di un popolo fiero e ospitale, in una natura aspra e generosa allo stesso tempo.
Il tour parte da Ortona, centro marinaro di antichissima origine, che poggia su un promontorio che domina il mare; dalla strada panoramica, nota come Passeggiata Orientale, che parte dal Castello Aragonese del XVI secolo, si gode un ampio panorama dell’Adriatico.
Poco lontano è San Vito Chietino, una bella cittadina che sporge da un costone proteso verso il mare. Questo tratto di costa, così particolare con le sue insenature e i contorni frastagliati, è reso ancor più suggestivo dai “trabocchi”, “ragni colossali” come li definì Gabriele D’Annunzio: antichi strumenti per la pesca costruiti su palafitte, strutture fatte di legno, corde, tavole, reti come in un intreccio indecifrabile, che lanciano nel mare, a qualche decina di metri dalla costa, le loro zampe e il loro corpo sbilenco.
Alla rotatoria, lasciare la SS.16, e dirigersi verso l’Abbazia di San Giovanni in Venere, posta su un promontorio a picco sulla costa in uno splendido scenario che sovrasta il mare, nel territorio di Fossacesia.
L’Abbazia è tra i più antichi, importanti e interessanti complessi benedettini dell’Abruzzo.Edificata su un tempio dedicato a Venere Conciliatrice, nell’XI secolo, grazie alla reggenza dell’abate Odorisio, venne costruita nell’attuale imponente configurazione. La chiesa presenta la struttura classica delle basiliche di stile cistercense, con tre navate separate da archi ogivali e soffitto di legno. Nella cripta fanno bella mostra di sé le colonne di epoca romana, appartenenti all’antico tempio di Venere. Le absidi sono decorate da affreschi del Duecento di elevata qualità.
Da Fossacesia, raggiungiamo Lanciano, che sorge a pochi chilometri dalla costa. La città è una culla d’arte per la presenza di numerosi monumenti. Da visitare: la bella piazza del Plebiscito, su cui affaccia la chiesa S. Maria del Ponte dedicata alla patrona della città. Nel suo interno vi si conservano tele del XVIII e XIX sec. e arredi sacri del 1400 e 1500. Al lato della chiesa è la torre campanaria. Da vedere anche chiesa di San Francesco, conosciuta come santuario del Miracolo Eucaristico dove nell’VIII secolo, durante la consacrazione del pane e del vino, all'improvviso, il pane si trasformò in Carne e il vino in Sangue. Le reliquie sono custodite in un tabernacolo posto sull'altare maggiore. Tra le torri che chiudono la cinta muraria, le strade, le case bottega, le chiese aleggia ancora l’atmosfera delle fiere di primavera e settembre, le più celebri del Regno di Napoli, che hanno fatto di Lanciano una città estremamente attiva dal punto di vista commerciale e culturale.
Da Lanciano, passando per Castel Frentano, raggiungiamo Guardiagrele, Fara San Martino, Casoli, Gessopalena e Torricella Peligna. E’ doverosa una deviazione per fare tappa alla grotta del Cavallone che si trova a 1475 metri di quota. L’ingresso alla grotta è facilitato da una funivia. La grotta è visitabile solo in estate ma l’altitudine e le particolari condizioni climatiche richiedono un abbigliamento da montagna adeguato – la temperatura interna è intorno ai 10°C e l’umidità è all’80-90%.
Il tour si conclude a Pescocostanzo, celebre per il suo magnifico centro storico di stampo cinquecentesco, che può vantare un’architettura civile veramente originale. Artefici furono le maestranze del nord, prima i maestri muratori comacini, poi i decoratori, gli intagliatori, gli architetti lombardi che costruirono splendidi edifici come la Collegiata di S. Maria del Colle, un insieme di stili e di preziosità artistiche, fino alle case con il vignale e alle botteghe aperte sul fronte strada, collegate all’abitazione al piano superiore con una scala interna. Qui,la tradizione artigianale è tuttora viva. Le botteghe orafe producono monili in filigrana, che ripropongono anelli, collane, orecchini della tradizione più antica. Si lavora ancora sul tipico cuscino cilindrico il merletto a tombolo, una forma raffinatissima di artigianato. La Scuola comunale di merletto a tombolo di Pescocostanzo cerca di mantenere, accrescere e tramandare un patrimonio che non è solo risorsa economica, ma soprattutto forte identità culturale.
Questo itinerario tocca anche Fara San Martino, una delle capitali della produzione italiana di pasta. In questo borgo, ai piedi del versante orientale della Majella, la presenza delle purissime acque della montagna ha favorito, fin da tempi remoti, l’insediamento di una fiorente industria specializzata, che raggiunge i mercati di tutto il mondo. Tra le paste tipiche fatte a mano vi consigliamo il “rentrocelo” di Lanciano, i “tagliarelli”, i “cazzarielli e fagioli” e le pappardelle al sugo di lepre. Tra i secondi, tradizionale è il “fegato alla lancianese”, preparato in un tegame di coccio e condito con salvia e peperoncino, oltre alle carni di agnello, maiale e vitello e le salsicce arrosto. Sulla costa teatina è da assaggiare il “brodetto di pesce”, zuppa fatta con pesci di piccolo taglio. Nella zona di Pescocostanzo si preparano caciocavalli e latticini di ottima qualità. A Guardiagrele, i più golosi dovranno provare le “sise delle monache”, tipico dolce di soffice pan di spagna farcito con crema pasticcera.