Il tour prende il via da Pescara e prevede una prima sosta a Pianella, tranquillo paese con un’antica tradizione, “Lu Bbonjorne”, che trae origine dall’“omaggio” che i signorotti longobardi pretendevano dai propri vassalli. Il giorno di Pasqua e la notte che precede il Lunedì dell’Angelo, un’allegra brigata di cantori accompagnati da trombe, tamburi e piatti, gira per le vie del paese portando il saluto del “Buongiorno” sotto le finestre dei cittadini, a cominciare da quelli più importanti. Nelle ultime edizioni, la manifestazione è diventata una rievocazione storica di un’autentica espressione di cultura popolare.
A breve distanza è Loreto Aprutino dove scoprire il vero “oro” d’Abruzzo: l’olio. Attraverserete infatti “foreste” di ulivi, con una considerevole densità di frantoi. Nel triangolo d’oro dell’olio abruzzese che comprende Moscufo e Pianella, impossibile non degustare la bontà di questa produzione.
Da qui potrete godere anche di un incomparabile panorama che spazia dal Gran Sasso alla Majella fino al mare. Da visitare anche la Chiesa di S. Maria in Piano, che risale all’VIII secolo e deve l’attuale assetto borgognone a una ricostruzione del 1280, e il Museo Acerbo, palazzo del centro storico dove è raccolto il meglio della produzione ceramica di alcune prestigiose dinastie di maiolicari castellani dal ‘400 ai primi dell’‘800.
A seguire è Penne, uno dei siti urbani più antichi della provincia, prima capitale della tribù italica dei Vestini e poi importante città romana. Del Duomo di S. Massimo, di origine romanica, potrete ammirare il portale e il rosone due-trecenteschi della facciata e il portale rinascimentale sul fianco destro. La parte più antica è la cripta, realizzata nell’XI secolo. Da non perdere anche la Chiesa ed il Convento di S. Maria in Colleromano, con il portale di scuola atriana, datato tra il ‘200 e il ‘300. All'interno le tre navate ad archi ogivali donano alla struttura un aspetto gotico.
Montorio al Vomano vi colpirà per la ricchezza di edifici che testimoniano la sua storia millenaria: le chiese dei Cappuccini, di S. Filippo Neri, di S. Rocco, dell’Immacolata Concezione o degli Zoccolanti (dove è possibile ammirare una bella statua lignea della Vergine Maria) e poi la Madonna del Ponte.
Impegnativo ma molto suggestivo il percorso che dalla SS 80 vi condurrà al centro storico di Pietracamela e ai 1450 m di Prati di Tivo, la più nota stazione sciistica del teramano, le cui piste si snodano ai piedi del versante settentrionale del Corno Piccolo, nel cuore del massiccio del Gran Sasso. Da qui è possibile raggiungere la Pietra della Luna, dove si trova la statua bronzea della Madonnina del Gran Sasso. Località sciistica di particolare bellezza, è comunque un’accogliente meta anche per la villeggiatura estiva.
Tappa successiva è il lago artificiale di Campotosto, il più grande d’Abruzzo. La riserva vanta un ecosistema ben conservato e posizionato sulla rotta di molti uccelli migratori. Le caratteristiche ambientali delle sue rive sono particolarmente adatte alla sosta e alla nidificazione. D’inverno la superficie del lago, a volte completamente ghiacciata, offre uno spettacolo maestoso e inconsueto: i panorami verso il Gran Sasso, il Terminillo e la Laga sono davvero notevoli. Da qui partono affascinanti itinerari per le vicine montagne, mentre la strada circumlacuale offre passeggiate in bicicletta o percorsi di sci di fondo.
Un discorso a parte merita L'Aquila, meravigliosa città d’arte che purtroppo mostra ancora i danni del sisma del 2009. È, però, una città che lotta fiera per risollevarsi e tornare a offrire il meglio di sé a chi la vuole conoscere. Dopo lunghi lavori di restauro, splendono di nuovo alcuni dei capolavori del capoluogo aquilano, come la Chiesa di S. Bernardino, con la sua rinascimentale facciata che ospita i resti del Santo di Siena, e la Basilica di S. Maria di Collemaggio, meraviglia dell’arte romanica abruzzese, iniziata nel 1287 per volontà di Celestino V.
Per scoprire fino in fondo questo territorio, non potete mancare l’assaggio della saporita mortadella di Campotosto. Nell’area vestina potete provare le “pavoncelle”, piccole farfalle fatte a mano e condite con sugo bianco a base di verdure, nel teramano e nell’aquilano zuppe con funghi, tagliatelle al ragù, chitarrina teramana e “strongole”, pasta fatta in casa a forma di lunghi lacci di scarpe condita con funghi, salsiccia, carne di vitello macinata e odori. Tra i secondi dell’area vestina, il coniglio alla cacciatora, la papera e la caratteristica “trippa alla pennese”, mentre nell’area montana è tipica la pecora in stufato.