L'immagine del cammino è illuminata da Fratello Sole, dalla presenza imponente del Tau simbolo per eccellenza di Frate Francesco e dalla piuma usata da Tommaso da Celano per raccontarne la vita.
Per i credenti un pellegrinaggio nei luoghi dove San Francesco parlava con Dio, per tutti gli altri un cammino attraverso borghi ricchi di storia e di bellezza attraverso sacri spechi, conventi e chiese.
Percorribile a piedi o in auto, il cammino si snoda per 230 km suddiviso per 25 tappe distribuite tra Umbria, Lazio e Abruzzo e può avere inizio dalle colline Umbre verso la Valle Santa Reatina e quindi la Marsica fino alla Valle Subequana, o all'inverso con partenza da Castelvecchio Subequo.
La “carta del pellegrino” che sarà consegnata a Celano riporterà lo stemma originale del convento francescano di Santa Maria Valleverde.
Le tappe umbre e laziali hanno i loro luoghi nel Sacro Convento di Assisi che custodisce la tomba di San Francesco, Spello dove predicò Francesco, Spoleto, considerata la “Via di Damasco” del Santo, Romita di Cesi, Collescipoli, borgo medievale di Stroncone, Valle Santa Reatina che coincide con Rieti, Santuario di Greccio, Santuario di Poggio Bustone, Cittaducale, Monastero di Santa Filippa Mareri, situato a Borgo San Pietro (Comune di Petrella Salto), dove è conservato il corpo della prima santa francescana, Fiamignano, Pescorocchiano
Le tappe abruzzesi:
- Sante Marie, nei cui pressi si trovano i resti di quello che, probabilmente, era il monastero delle Clarisse di San Giovanni in Barri, situato su un monte della val de' Varri dove visse gli ultimi anni della sua come direttore spirituale e dove morì attorno al 1265. La salma fu dapprima traslata nel vicino monastero di Santa Maria del Piano e dal 1516 nella chiesa-convento di San Francesco a Tagliacozzo.
- Tagliacozzo, Chiesa e Convento di San Francesco, monumento nazionale. Nelle lunette del portico è presente una minuziosa descrizione della vita di San Francesco d'Assisi. Ospita la tomba del beato Tommaso da Celano.
- Scurcola Marsicana (luogo della famosa battaglia dei Piani Palentini)
- Magliano dei Marsi
- Massa d’Albe, nei pressi del quale si trova l'area archeologica di Alba Fucens, antica città romana conosciuta come “la piccola Roma”;
- Torre Medievale di Santa Iona, nel Comune di Ovindoli
- Città di Celano, antica Caput Marsorum e terra dei Conti dei Marsi, dove svetta maestoso Castello Piccolomini, uno dei più prestigiosi esempi di castello residenza della nostra penisola, che ospita il “Museo d’Arte Sacra della Marsica” e la “Collezione Torlonia di Antichità del Fucino”, la Chiesa di San Francesco, le reliquie di Fra Tommaso, il Monumento a San Francesco, in bronzo, che mostra alcune scene della vita del Santo, il Monumento a Fra’ Tommaso da Celano e la Chiesa di Santa Maria Valleverde, indubbiamente la più bella chiesa rinascimentale francescana della Marsica. Voluta da Leonello di Acclozamora e Jacovella dei Conti Ruggeri di Celano a metà del quattrocento, Sanctae Mariae de Valleviridi con il suo annesso convento dei Riformati di S. Giovanni da Capestrano fu terminata sotto i Piccolomini nel 1508.
- Gole di Aielli-Celano, uno dei canyon più belli d’Italia, si entra nella Valle Subequana. Le Gole di Celano, nel Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, si estendono sul territorio di Celano ed Aielli, la Valle d'Arano, i rilievi del Monte Tino (o Serra di Celano), la Serra dei Curti, il Monte Etra ed il Monte Savina. Sono uno dei canyon più belli d'Italia dell''Appennino centrale, a metà strada tra Roma e Pescara. Il percorso inizia seguendo il greto del torrente che conduce Fonte degli Innamorati, splendida cascata a quota 1.030 m. ricca di vegetazione e di molte specie animali e ai ruderi dell'antico Monastero celestiniano di San Marco alla Foce, immerso nel verde a quota 1.160 m delimitato a monte da una parete di roccia e a valle da uno strapiombo sul torrente la Foce, per concludersi presso la Valle D'Arano fino al margine meridionale dell'altipiano di Ovindoli. Le zone boscose e le pareti ripide sono riservate agli esperti. La parte bassa si sviluppa in orizzontale e ne permette l'attraversamento con qualche accortezza anche ai bambini abituati alle escursioni, anche per brevi arrampicate, mentre la parte più alta è sicuramente riservata agli esperti di canyoning;
- Gagliano Aterno. Il complesso monastico di Santa Chiara a Gagliano Aterno (Aq) è certamente uno dei più antichi monasteri delle Clarisse nella regione, con l'aula unica coperta a tetto che, attraverso tre finestre a grate che si aprono sulla parete di fondo dell'altare maggiore, è in collegamento con l'ambiente interno. Esso dovette essere fondato tra il 1255, anno della canonizzazione di Santa Chiara, e il 1286, anno del documento di donazione da parte del vescovo di Valva, Egidio, alla badessa di S. Chiara. Secondo altri studiosi il convento fu fondato dai Francescani e ceduto alle Clarisse nel 1286. La piana di Baullo nel territorio di Gagliano Aterno. Il crinale sud del Monte Sirente è solcato in territorio comunale di Gagliano Aterno, da una profonda insenatura ( Vallone dell’Inferno ) percorsa un tempo da un impervio sentiero che consentiva di raggiungere la piana di Baullo per la coltivazione dei campi d’altura e per la transumanza verticale. Il passaggio da baullo consentiva inoltre di raggiungere la Marsica e viceversa in tempi relativamente brevi. Nel corso dei secolo vi sono stati edificati complessi religiosi come il castello di Baullo, da cui prende il nome la piana, la Chiesa di S. Scolastica e l’oratorio di S. Francesco D’Assisi, entrambi oggetto della donazione alla Badessa del Convento di S. Chiara come risulta nella bolla di Fra Egidio Vescovo di Sulmona del 4 Dicembre 1286. Probabile itinerario dei feudatari celanesi per raggiungere il Castello di Gagliano, luogo di transito per mercanti e posto privilegiato per briganti, esso viene “animato” nella superstizione popolare da figure maligne e consacrato dalla fede nella “presenza” di madonne e santi (Madonna del Carmine – S. Francesco D’Assisi). E’ noto il miracolo di S. Francesco che, apparso in sogno a certa Maria da Gagliano, abbia soddisfatto la necessità di colmare l’arida sete della donna facendo sorgere una fonte dalla semplice estrazione dal suolo di una felce. La devota avrebbe tratto da quell’acqua altro giovamento: la piena capacità di vedere. La fonte di S. Francesco divenne così meta di molti pellegrini ai quali ai quali fu concessa la grazia di guarire da ogni sorta di infermità. La stessa narrazione, vuole che l’oratorio di S. Francesco fosse stato costruito proprio sul luogo dell’evento prodigioso.
- Castelvecchio Subequo presso la Chiesa di San Francesco e l’annesso convento di Castelvecchio Subequo, esempio della tipologia detta "mendicante" che, secondo la tradizione, attesta la prima presenza francescana nella Valle Subequana. L'edificio è custode non solo di preziose testimonianze di arte sacra, come gli affreschi trecenteschi che ne ornano l'interno, ma anche di una straordinaria reliquia francescana, contenente il sangue di San Francesco. Alla famiglia dei Conti di Celano fu donata una fialetta di sangue uscito dalle piaghe delle sacre stimmate del Santo di Assisi. Nel secolo XIV i Conti di Celano ne fecero dono al Convento di Castelvecchio. L’ampolla è attualmente conservata in un reliquiario del trecento, formato da un tubo ottagonale di cristallo di rocca, poggiato ed allacciato sopra due piedistalli di argento e ornato lateralmente da finissimi smalti, raffiguranti angeli e gli stemmi dei Conti di Celano.
L'intero percorso si va arricchendo di altre tappe che raccontano della vita di Tommaso da Celano. Una volta completate e dettagliate saranno inserite le segnaletiche per rendere fruibile ed operativo il cammino.