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Abruzzo biodiverso: la Caretta Caretta muove i primi passi verso il mare

Data:

15 settembre 2022

Tempo di lettura:

6 min

Argomenti
  • Fauna
  • Mare

Descrizione

Nell'oasi di biodiversità dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, muovono i primi passi i piccoli di Caretta caretta...un evento straordinario, il secondo in pochi anni sulle rive abruzzesi.

"La Caretta caretta è la tartaruga più comune del mar Mediterraneo. Fortemente minacciata dalla distruzione sistematica del suo habitat naturale, resiste in alcune enclave marine protette. Nelle acque territoriali italiane è ormai al limite dell’estinzione. E’ un animale adattato alla vita in acqua, dal guscio romboidale, le zampe forti trasformate in pinne: quelle anteriori più forti e robuste, le posteriori dalla muscolatura più esigua, utilizzate solo come deriva per la navigazione. La sua grandezza varia dagli 80 ai 140 centimetri. Lo scudo dorsale del carapace la caratterizza per la presenza di cinque piastroni laterali, che ne permettono facilmente la distinzione dalla tartaruga verde, anch’essa presente nel nostro Mediterraneo. Si nutre di plancton, piccoli coralli morbidi, vegetali marini che trova lungo i fondali rocciosi strappandoli con le potenti mascelle, ed ogni 15-20 minuti deve tornare verso la superficie per respirareLa zona di riproduzione della Caretta caretta corrisponde sempre al luogo nel quale è nata. Ecco perché le aree dove le tartarughe vengono avvistate devono essere protette, e pertanto segnalate ai centri di riferimento. In quei luoghi le tartarughe tornano e ritornano per tutta la vita, grazie ad una misteriosa  ed eccezionale capacità di ritrovare la spiaggia di origine, dopo migrazioni in cui percorrono anche migliaia di chilometri. In alcuni studi, è stato dimostrato che le piccole tartarughe appena nate sono capaci di immagazzinare le coordinate del nido, grazie al magnetismo terrestre, ai feromoni, alle caratteristiche ambientali. Una sorta di imprinting del luogo di origine si stampa nella loro carne. E’ quindi fondamentale che, una volta uscite dal proprio guscio e dal nido che le ha accolte, le piccole raggiungano il mare senza essere toccate dalla mano umana o da altro animale, perché questo comporta la perdita irreversibile della memoria del nido. La tartaruga Caretta caretta impiega 20-25 anni per diventare adulta e cominciare a riprodursi. La memoria del nido fa parte quindi del suo patrimonio genetico e non perderà la strada quando, a 25 anni dalla propria nascita, tornerà a toccare la sabbia bollente che l’ha vista nascere. Conosce le proprie radici, la Caretta caretta, e a differenza dell’uomo, non dimentica la propria origine." (da https://progettomediterranea.com/)

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Abruzzo biodiverso
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Ecco la prima tartarughina che stamane muove i primi passi verso il mare!

Da almeno un secolo non si registravano più nidificazioni di Caretta caretta nel medio Adriatico fino al 2013 quando a Roseto degli Abruzzi si sono schiuse 18 uova e ieri mattina alle ore 7 è stato avvistato un nido nell' Area Marina Protetta Torre del Cerrano, nella zona al confine tra i Comuni di Pineto e Silvi, il primo caso documentato di nidificazione nell’Area Marina Protetta e il secondo in Abruzzo dopo quello di Roseto Degli Abruzzi del 2013.
Un privato cittadino che si trovava in loco ha avvistato un nido e ha immediatamente allertato la Guardia Costiera attivando quindi le procedure della Rete Regionale Abruzzese per le Tartarughe. I Volontari del Centro Studi Cetacei sono intervenuti sul posto per mettere in sicurezza il nido e allestire un presidio. Enti e attori della Rete Regionale abruzzese, l'Ufficio Locale Marittimo di Silvi coordinato dall'Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova, la Polizia Locale di Pineto e le forze dell’ordine, il Centro Studi Cetacei e il personale dell’A.M.P. Torre del Cerrano stanno collaborando per assicurare la tutela del nido perché questo importantissimo evento possa svolgersi in maniera controllata a vantaggio della salvaguardia delle tartarughe e dei presenti accorsi.

Premiata con le Quattro Vele di Legambiente e selezionata tra le 45 località balneari più belle della penisola per lo straordinario contesto ambientale e la capacità di accoglienza l'A.M.P. Torre del Cerrano è sempre più un angolo incontaminato e popolato da specie protette come i cavallucci e le stelle marine o i delfini che nuotano tra i bagnanti.

L'A.M.P. Torre del Cerrano è istituita con decreto del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare del 2009. Lo specchio d’acqua dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, presenta i tipici fondali sabbiosi adriatici e alcune parti di scogliere di fondo. Nell’area è presente un buon numero di specie animali marine e un piccolo ma nutrito contingente di specie vegetali (Gasteropode dell’adriatico, Trivia adriaticaSabellaria halcocki). Nell’ambiente subacqueo dell’area protetta è facile imbattersi in svariate specie di pesci e molluschi, tra i quali spiccano gronchi, spigole, sogliole e saraghi, che vivono a contatto con i fondali sabbiosi caratterizzati da estesi e importanti banchi di Chamelea gallina (vongola comune).

Sulle dune dell’Area Marina Protetta, oltre all’osservazione di molte e interessanti specie di insetti come lo Scarabeus semipunctatus e il raro Lamprinodes pictus, si può rilevare la presenza di specie di avifauna insolite e particolari. Qui nidifica il fratino (Charadrius alexandrinus), raro uccello migratore che frequenta la spiaggia da aprile a settembre inoltrato e che torna ogni primavera per la deposizione delle proprie uova. L’anno scorso cavallucci e stelle marine erano tornati ad abitare le acque e, incredibilmente, anche delfini, che l’anno scorso sono stati immortalati mentre nuotavano fra i bagnanti.

Tra la vegetazione dunale troviamo stupendi esemplari di Giglio di mare (Pancratium maritimum), di Verbasco del Gargano (Verbascum niveum subsp. garganicum), di Soldanella marittima (Calystegia soldanella) e di Euforbia delle spiagge (Euphorbia peplis). Nell' area sud, a ridosso delle pinete è inoltre presente una densa popolazione del rarissimo Zafferanetto delle spiagge (Romulea rollii).

La pineta, abitata dal  Pino d’Alleppo (Pinus halepensis) e dal Pino da pinoli, costituisce un ambiente unico, un continuum tra mare e terra che crea un microclima particolarmente favorevole durante la stagione estiva e che contiene all’interno anche elementi di alta valenza naturalistica.Proprio di fronte alla Torre, immerso fra le acque, si trova quello che da più di un ricercatore viene indicato come l’antico porto della città di Hadria, probabilmente di epoca romana.

La Torre Cerrano è una delle antiche torri costiere del Regno di Napoli, si trova sulla costa dell’Adriatico, in provincia di Teramo, tra Silvi e Pineto. E’ uno pochi esempi rimasti integri della fitta rete di fortificazioni costiere del Regno di Napoli, che avevano la funzione di respingere i frequenti attacchi di turchi e saraceni provenienti dal mare.  Ospita  il Centro Internazionale di Formazione Veterinaria oltre alla Biblioteca e al Museo del Mare .

L’Unione Europa riconosce l’AMP Torre del Cerrano come uno dei Siti di Interesse Comunitario parte della Rete Natura 2000. Banchi di sabbia a debole copertura di acqua, che caratterizzano gran parte della costa adriatica, con presenza di scogliere con biocostruzioni di Sabellaria e dune costiere con ricchezze faunistiche e specie vegetazionali di primario interesse: sono questi gli ambienti riconosciuti come “Habitat prioritari” da salvaguardare.

La sensibilità verso le tematiche ambientali messe in opera Centro Studi Cetacei Onlus e dall’A.M.P. Torre del Cerrano hanno reso possibile la riqualificazione del sito anche attraverso uno studio mirato alla riduzione dell'impatto delle fonti luminose con l'installazione di colonnine basse che irradiano luce radialmente e di apparecchi a led che evitano l'illuminazione diretta della spiaggia, permettendo ai piccoli di caretta caretta di raggiungere il mare attraverso la luce lunare. Allo stesso modo sono state messe in campo attività di informazione e sensibilizzazione del personale della Guardia Costiera, degli operatori della piccola pesca artigianale e della pesca sportiva e ricreativa per impedire che le piccole tartarughe possano incappare nelle reti, causa più frequente della mortalità dei piccoli attraverso buone pratiche di pesca sostenibile. 

Ultimo aggiornamento

07/05/2024, 11:57

Pubblicato da Laura Toppeta