Descrizione
Visite guidate "site specific”, incontri e passeggiate, tra paesaggio e memoria, per riscoprire le antiche genti che hanno abitato l'Abruzzo.
Appassionati di storia o semplici curiosi, in famiglia o con la classe, tutti potranno venire a scoprire la ricerca e il patrimonio archeologico.
Il 17,18,19 giugno 2022 tornano le Giornate Europee dell’Archeologia (GEA), ideate e gestite dall’Inrap (Institut national de recherches archéologiques préventives) e dedicate a tutti coloro che vogliono scoprire e approfondire il mondo dell’archeologia e i suoi retroscena.
Le Giornate Europee dell’Archeologia in Italia sono organizzate dal Ministero della Cultura con la Direzione Generale Musei e la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Nel 2021 hanno aderito 26 paesi e le iniziative, con grande successo di pubblico, sono state 1.400.
A Teramo e Giulianova sarà possibile conoscere il prezioso operato del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale – Nucleo TPC di L’Aquila e immergersi nel lavoro dei restauratori: due momenti distinti ma strettamente correlati alla protezione dei Beni culturali a favore della fruizione pubblica.

In Abruzzo apriranno le porte:
- le Terme della città romana di Teate Marrucinorum il cui impianto è relativo al periodo di municipalizzazione della città e il cui utilizzo perdura in età imperiale. Apertura straordinaria e visita ad uno dei siti archeologici emblematici della Teate romana. La città romana Teate sorse su un colle tra i fiumi Pescara e Alento, in un sito frequentato sin dall'epoca protostorica. L'abitato si sviluppò notevolmente nel I secolo a.C., quando divenne municipio romano con il nome di Teate Marrucinorum. I resti archeologici più importanti, situati nella zona pubblica della città, sono la Civitella, il teatro, le terme e i templi romani. Nell'area archeologica della Civitella sono stati rinvenuti terrecotte, statue e decorazioni dei templi di età repubblicana (I sec. a.C.) e un anfiteatro del I secolo d.C. Alle pendici del colle della Civitella si trovano i resti del teatro romano (I sec. d.C.), inglobato nel tessuto cittadino; si distinguono il muro perimetrale della cavea e alcuni resti del corridoio semicircolare su due livelli. Alle pendici orientali del colle sorgevano le terme (II sec. d.C.), un vasto complesso con decorazioni musive, suddiviso in vari ambienti e alimentato dalla cisterna sotterranea prospicente alle terme. Nell'antico foro campeggiano i resti dei tre templi romani, di età imperiale; nel sito sono stati rinvenuti pavimenti musivi e strutture in opera quadrata risalenti ad un luogo di culto più antico.
- la Villa romana di Manoppello. La grande villa in località Piano S. Maria Arabona di Manoppello, forse sviluppatasi in origine come semplice fattoria (sec. II-I a.C.), si evolve agli inizi dell'impero sino a trasformarsi in una nobile villa di campagna. La parte sinora scavata costituisce solo una parte di un ben più esteso impianto, che sembra presentare un duplice orientamento, forse diversificato cronologicamente, e che doveva interessare un vasto ambito territoriale circostante. La villa presenta preziosi pavimenti a mosaico ed un piccolo ma interessante spazio per terme private.
- Forcona a Civita di Bagno nella Media Valle dell'Aterno, poco a Sud-Est dell'Aquila, un interessante complesso monumentale che attesta la presenza di un insediamento dell'Età Tardo repubblicana, tra cui spiccano tratti di mura, le strutture romane sottostanti l'antica Cattedrale di San Massimo, i resti di un complesso termale che sono stati inglobati nelle fondazioni dell'edificio cinquecentesco di Villa Oliva, il tempio dedicato a Feronia, oltre a numerose iscrizioni funerarie e dedicatorie. All'Età augustea viene attribuita la fase di massima fioritura monumentale dell'area. E' in quel periodo che vengono infatti realizzate le strutture di sostegno della collina, sicuramente di grande impatto visivo e scenografico, e gli edifici soprastanti con pavimenti a mosaico. affreschi e intonaci, rivestimenti in stucco. La presenza di canalizzazioni per l'acqua, di ambienti decorati con mosaici e di vasche a livelli e profondità variabili ci narrano di un edificio concepito per la raccolta e l'utilizzo delle acque sorgive, ancora oggi abbondanti in zona, e suggeriscono una valenza sacrale del luogo, contraddistinta da una religiosità di tipo popolare e agricolo, riassunta in età romana dalla devozione per una divinità femminile, forse Venere oppure Feronia. In un documento che risale al VII secolo si cita per la prima volta l'antica Cattedrale di Forcona abbandonata intorno alla metà del XVIII secolo. Prima del complesso della Cattedrale in quel luogo doveva sorgere un altro edificio sacro. Su una pietra si trova una croce greca che fa pensare ad una chiesa bizantina distrutta da orde pagane. San Ranieri, comunemente chiamato San Raniero, nominato vescovo della città nel 1059, fece edificare la Cattedrale utilizzando la cripta della chiesa preesistente.
- L’Aquila, necropoli di Fossa, una delle principali necropoli monumentali del centro Italia. Nel territorio di Fossa, in località Casale, nel corso del 1992 vennero individuati reperti archeologici attribuibili a corredi funerari dell'Età del Ferro. Da questa scoperta prese avvio una serie di campagne di scavo ad opera della Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo grazie alla quale tornò alla luce la "piccola Stonehenge abruzzese", la Necropoli di Fossa. L'appellativo di Stonehenge deriva dal rinvenimento di menhir, posizionati sulle tombe degli uomini dell'epoca più antica. Aveia, antica città dei Vestini, si trovava a poche decine di chilometri a sud est di Amiternum, ossia presso l'odierno centro abitato di Fossa (Aq).
- Il MuNDA - Museo Nazionale d'Abruzzo organizza Mundamiternum, tre giorni dedicati alla conoscenza dell’antica città di Amiternum, al suo straordinario ambito culturale e al prezioso lascito di opere conservate nella sezione archeologica del Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila. Da venerdì 17 a domenica 19 giugno il Teatro di Amiternum sarà aperto dalle 8.00 alle 14.00 con visite
guidate gratuite alle ore 10.00 e alle ore 11.30. Nel pomeriggio - alle ore 16.30 e alle ore 18.00 - ci saranno due visite guidate gratuite per un approfondimento dei reperti archeologici di Amiternum conservati al Museo Nazionale D’Abruzzo: il rilievo con Corteo funebre, il rilievo del combattimento tra gladiatori e il Calendario amiternino, di cui nei prossimi mesi verrà presentato un nuovo allestimento al MuNDA con l’integrazione di un altro frammento.
Teatro Romano di Amiternum, SS80, 13 – ingresso gratuito
- Castello di Crecchio - Presentazione del tour virtuale del Museo dell'Abruzzo bizantino ed altomedievale. Visite guidate al Museo. Info
- Città romana di Peltuinum che sorgeva lungo la via Claudia Nova corrispondente all'attuale località di Civita Ansidonia, tra Prata d'Ansidonia e Castel Nuovo. L'urbanizzazione sembra risalire all'Età Augustea come testimoniano i monumenti superstiti. Peltuinum non divenne mai municipio ma rimase sempre praefectura, governata da praefecti e da aediles. Il culto principale pare sia stato quello di Venere Felice, amministrato da sacerdotesse e da magistrae. La città occupava una superficie piuttosto ampia, ed era attraversata da est a ovest dalla via Claudia Nova, che qui corrisponde al tratturo. Parzialmente si conserva anche la porta occidentale. Essa era parte integrante di un sistema difensivo costituito da tre torrioni, due dei quali a difesa della porta. Degli edifici pubblici si conserva solo il Teatro, che, contrariamente al solito, è collocato fuori le mura. Dei grandi sepolcri, che dovevano affiancare la via Claudia Nova esternamente alla città, è ancora conservato un grande nucleo di monumento funerario fuori della porta occidentale. La città romana sopravvisse fino al V sec. Ma possiamo affermare con certezza che ancora nel 1600 compariva in parte abitata e, dalle ultime ricerche, che il sito antico fu utilizzato almeno fino al XVII secolo;
- il tempio italico di Castel di Ieri, luogo di culto dei Peligni Superequani in località "Piè di Franci". Nell'area archeologica, a partire dal 1987, è stato rinvenuto un tempio ben conservato, costruito nel II secolo a.C.Diversi i reperti rinvenuti, tra i quali i frammenti di una grande statua di marmo bianco (frammenti di mantello ornati da serpenti, forse riferibili all'egida della dea Minerva), bronzetti votivi, tra i quali una figura di Ercole e un leone in pietra legato, forse, al culto della dea Cibele. Nell'area è presente una necropoli databile all'VIII sec. a.C. con corredi funebri delle sepolture circolari composti da fibule, bracciali e anfore.
- L'area sacra di Ocriticum a Cansano, situata ai margini dell’area del Parco Nazionale della Maiella. Il sito che consente di visionare una parte dell’insediamento italico-romano di Ocriticum (IV sec.a.C. – VI sec.d.C.) è dominato e protetto dal centro fortificato di Colle Mitra. Abitato, necropoli e santuario ebbero il momento di maggiore frequentazione tra la fine del IV sec. a.C. e la metà del II sec. d.C., e sono posti in relazione all'asse stradale che poneva in comunicazione l'area peligna con quella sannitica. Un accesso laterale poneva in comunicazione il recinto maggiore con quello più piccolo posto sul terrazzo inferiore, ricavato sul leggero pendio occidentale del pianoro. All'interno di questo ulteriore spazio sacro, allineato con i templi maggiori, era un sacello dedicato al culto di divinità femminili. L'abbandono repentino di questo luogo di culto viene datato alla metà del II sec. d.C., contemporaneamente alla frana che seppellì il santuario di Ercole Curino a Sulmona. Un deposito votivo ha rivelato una serie di reperti in bronzo, ferro, terracotta e oro databili tra la fine del IV sec. a.C. ed il II sec. d.C. Si tratta di statuette, teste votive e raffigurazioni di buoi in terracotta, oggetti in bronzo, monete, fuseruole, parti anatomiche realizzate in argilla, pesi da telaio, balsamari. Una statuetta che rappresenta l'abbraccio tra Cerere e Proserpina, le divinità legate ai cicli stagionali nel mito del passaggio della giovane agli Inferi e al suo ritorno primaverile sulla terra, ha fornito alcuni elementi che concorrono a delineare gli aspetti religiosi di queste architetture sacre. Sarà possibile visitare il Centro di Documentazione "Ocriticum"a Cansano che espone centinaia di reperti.
- la Villa romana ad Avezzano, un'abitazione di campagna, circondata dai campi coltivati e ricade in un territorio appartenente alla colonia romana di Alba Fucens, fondata nel 303 a.c. Il percorso di visita si snoda attraverso quello che doveva essere l'ambiente del porticato, con vasche di spremitura, grandi buche destinate all'alloggiamento dei contenitori per l'olio e per quelli del vino (detti dolia). Seguono l'ingresso e l'atrio con al centro la tipica vasca romana per la raccolta delle acque piovane (impluvium). Intorno sono disposti gli altri ambienti destinati alla famiglia e al personale di servizio. Nel tempo la villa fu ampliata con altre stanze destinate ad ospitare piccole terme. Fra il II e il III sec.d.C. nel triclinio venne realizzato un belissimo pavimento a mosaico con elementi esagonali disposti "a nido d'ape". Il motivo centrale è una splendida Vittoria alata su un carro trainato da due cavalli in corsa. La villa fu abbandonata a causa di un forte terremoto tra la fine del V e l'inizio del VI sec. d.C.. Dei suoi ultimi abitanti rimangono le sepolture rinvenute lungo il perimetro della costruzione;
- Lucus Angitiae, sulle rive occidentali del lago Fucino, abitato ininterrottamente dall'età del ferro fino al medioevo. Importante santuario dei Marsi, Lucus Angitiae, aveva un bosco dedicato alla dea Angizia identificata fin dall'antichità con la figlia di Eete e come sorella della maga Circe e di Medea, la quale risiedette nella zona e sviluppò il suo culto. Esperta nella preparazione di medicine e pozioni magiche, insegnò a maghi e sacerdoti l'arte di riconoscere e manipolare le erbe curative. Non sono state trovate raffigurazioni della dea, ma è possibile che in età arcaica il suo simbolo fosse la "chimera funeraria" raffigurata nei dischi corazza di produzione fucense. Alla dea furono associate anche le mascherine fittili quadrate prodotte nel santuario di Luco e diffuse in tutta l'area italica. Sono state rinvenute sul sito tre statue di notevole fattura: la prima statua in terracotta raffigura una donna seduta su trono, le altre due in marmo raffigurano una donna panneggiata con capo coperto e una donna seminuda con panneggio. Quest'ultima è alta 70 cm circa, e rispetto alle altre due, esalta la maestria dell'autore nell'incarnare corpi di divinità femminili. Le tre statue sono ora collocate presso il Museo di Celano;
- Grotta di Ortucchio. Le rive del Fucino risultano abitate fin dal II millennio a.C., tra il IX e l'VIII sec. a.C. Non si può dire con certezza se questo sito fosse abitato stabilmente in epoca preistorica, ma numerose sono le testimonianze documentate in grotte e stazioni aperte a partire da 16.000 anni orsono. Nelle grotte sull'alveo del lago sono stati rinvenuti, in vari strati, resti di focolai, ossa animali e strumenti in selce. Presso Ortucchio, nelle grotte la Punta, la Maritza, quella detta di Ortucchio e nella grotta Tronci, sono stati rinvenuti: frammenti di crani nella prima, una sepoltura di uomo adulto nella seconda, nella terza un cranio ed infine, nella quarta, resti di ceramica impressa e ceramica a figulina giallastra. Nella grotta di Ortucchio sono stati recuperati oggetti votivi tra cui un idoletto in terracotta raffigurante un vigoroso busto maschile, mutilato della testa con gambe e braccia realizzate con piccole sporgenze. Alti reperti sono emersi in località Monte Praticelle: due dischi corazza in lamina bronzea a incisioni geometriche, collocabili all'VIII sec. a.C.
- Museo Civico Archeologico "Antonio De Nino" di Corfinio, sito in un palazzo signorile della famiglia Trippitelli risalente al XVII sec. il museo ospita i reperti provenienti dall'antica Corfinium, capitale degli Italici nella guerra sociale e conserva iscrizioni, reperti e testimonianze venuti alla luce nelle campagne di scavo che si sono susseguite nel corso degli anni nei siti di Piano San Giacomo, Sant'Ippolito, Via di Pratola ed Impianata. Conserva ottantasei epigrafi funerarie che vanno dal I secolo a.C. al II secolo d.C.. Il Museo è organizzato su due piani: al piano terra si accede allo studiolo di De Nino tipicamente ottocentesco dove sono esposti opere, epistolari e alcuni reperti archeologici (tra i quali un bellissimo calamaio, un cammeo che riproduce la testa dell'Imperatore Claudio, ecc.). Al primo piano si accede alle sale espositive, dove è documentata la storia della città dalla preistoria al medioevo attraverso i reperti rinvenuti nel corso dei secoli. Nella sala n. 6 spicca una ricca collezione numismatica impreziosita dalla moneta in argento della Lega italica, coniata in occasione della Guerra Sociale (91-89 a.C.) in cui i popoli italici rivendicarono contro Roma i diritti di cittadinanza, e sulla quale per la prima volta fu inciso il nome ITALIA.
- Deposito Archeologico "Sotto Belvedere" Loggiato "R. Cerulli" a Giulianova. Il sarcofago si mostra. La tutela archeologica tra recupero e valorizzazione. Incontro con il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale-Nucleo TPC di L'Aquila per presentare il recupero del sarcofago lapideo da Tortoreto e raccontare le attività di tutela sul territorio;
- Sede Soprintendenza ABAP per le Province di L'Aquila e Teramo: Laboratorio di Restauro
Il materiale informativo e gli appuntamenti sono in continuo aggiornamento sul sito ufficiale delle Giornate Europee dell'Archeologia. Poiché potrebbero sussistere variazioni dell’ultimo minuto, si consiglia sempre di contattare i recapiti indicati nelle relative schede di dettaglio.
Soprintendenza ABAP province di L'Aquila e Teramo
Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Chieti e Pescara