Descrizione
La città di Sulmona è gemellata da anni con la città di Costanza in Romania, dove il grande poeta Latino Publio Ovidio Nasone, morì in esilio. Egli nacque a Sulmona nel 43 a.C. e morì a Tomi (l'allora nome di Costanza) nel 17 d.C.
Fu poeta di corte, amato e venerato da Augusto e dal popolo romano per molto tempo, fino al giorno in cui perse improvvisamente i favori dell'Imperatore che emanò un editto con il quale gli veniva ingiunto di lasciare l'Italia per Tomi. I motivi sono ancora incerti (lo stesso Ovidio accenna in una elegia che forse fu per un'opera non gradita all'imperatore o per un "Error", ossia un episodio di cui fu imprudentemente protagonista). L' opera più importante di Ovidio è "Le Metamorfosi", composta da 15 libri, raccoglie la gran parte dei miti di tradizione greco-romana attraverso un susseguirsi di racconti e vicende intrecciate tra loro. E' un'opera che ha influenzato gran parte della letteratura italiana, da Dante a D'Annunzio. Fu il poeta preferito dai giovani e dagli ambienti eleganti romani grazie alla Sua opera giovanile fatta di racconti e poesie d'amore, gli "Amores". Il libro che gli diede maggior fama fu però il chiacchierato e scandaloso, per l'epoca, "Ars Amatoria", un libro erotico con il quale dispensa consigli sul corteggiamento ad uomini e donne. A Tomi compose i "Tristia", opera malinconica dell'esilio dalla quale è stato tratto l'emistichio "Sulmo mihi patria est", presente sullo stemma civico fin dal medioevo.
A Costanza è stata eretta la statua gemella di Ovidio presente a Sulmona e la città ama a tal punto il poeta da dedicargli annualmente il "Festival Internazionale di Arte e Cultura" ed il nome "Ovidiu" è quello più comune tra i maschi rumeni. L'oltraggio dei secoli non ha lasciato resti tangibilli di Ovidio a Sulmona, ma i luoghi tanto amati e decantati nei suoi carmi conservano ancora gli stessi nomi e l'antica suggestione: la "Fonte d'Amore", cara al Dio Amores, dove Egli si recava in visita all'amata Corinna, sensualissima vestale, è ancora lì, anche se non dispensa più l'afrodisiaca acqua dell'innamoramento.
Il Tempio di Ercole Curino, creduto per secoli la Sua dimora, è conosciuto ancora oggi come "La Villa di Ovidio"