Descrizione
Nato a Teramo il 6 ottobre del 1945, da madre sarda e padre abruzzese, Ivan Graziani sin da bambino si innamora della musica ascoltando, tra le mura di casa, il fratello maggiore suonare la chitarra che dall'età di undici anni rappresenterà la sua più grande passione fino alla sua prematura scomparsa a soli 51 anni, nel giorno di capodanno del 1997.
Cantautore, chitarrista dalla marcata vena rock, disegnatore, fumettista, romanziere (“Novelle del Gran Sasso”, Arcipelago Chieti), Ivan Graziani arriva al successo con la "Ballata per quattro stagioni" e il singolo "E sei così bella" dedicata alla moglie Anna nel 1976, seguita da "Lugano addio" e il 33 giri I Lupi nel 1977, con Pigro nel 1978, in particolare con i brani Monna Lisa, Pigro e Paolina, Agnese dolce Agnese del 1979 e molti altri titoli, in parte usciti postumi. L'apice della sua carriere è probabilmente rappresentata da Viaggi e intemperie e dall'ascoltatissimo singolo Firenze (canzone triste) del 1980 con il quale Ivan diventa una star della musica nel panorama italiano.
La sposa bambina, Maledette malelingue (Sanremo 1994), Isabella Sul Treno, Angelina, Dada, Giuliana, Emily (uscite postume), sono solo alcuni dei molti profili femminili dell'universo musicale di Ivan Graziani che ha raccontato con la sua voce inconfondibile, con profonda tenerezza, nostalgia ed empatia dell'amore per le donne, bistrattate da una provincia vissuta come una sconfitta alle quali donare comprensione, dalle quali ricevere ricordi incancellabili, seppure per un solo passeggero istante, donne che, spesso, al contempo, è proprio la provincia a preservare nella loro unicità e far da leva al loro futuro, donne uniche e regali che sanno emozionare e coinvolgere anche dallo sguardo che promana da una tela, come Monna Lisa, trafugata per amore da Vincenzo Pietro Peruggia, decoratore italiano nel 1911 che vuole rubare quello che gli appartiene, dal Louvre, come Paolina, timida, tutta casa e lavoro e il suo istruttore biondo, capace di regalarle emozioni senza speranza. Fugace ed estivo è l'amore per Agnese, ballata dal tema del Rondò dalla Sonatina in Sol maggiore op. 36 n. 5 di Muzio Clementi, ma permanente è il ricordo di lei seduta sul manubrio, a cantar canzoni, complessa e impossibile è la storia di Marta con il sorriso e i capelli fermi come il lago di Lugano che fa da sfondo all'incontro ideale tra i mondi diversi di un uomo del Sud e una donna del Nord.
Artista ironico e scanzonato, Ivan Graziani ha saputo raccontare in modo mirabile, con delicatezza e tenerezza, del variegato, complesso, difficile, ma meraviglioso universo femminile, attitudine che affonda le radici nella sua terra natia e, in particolare, nei versi mirabili di Gabriele d'Annunzio, al quale dedicò uno dei brani di Pigro, rivelando la sua grande passione per il poeta e lo scrittore pescarese.
Secondo Ivan il rock era nato in Abruzzo perché nella seconda metà dell’Ottocento c’erano più abruzzesi che indiani in America e soprattutto perché il saltarello, tipica e antichissima danza abruzzese ha le basi di una chitarra battente, ritmo tipicamente rock... E siccome gli americani non hanno mai inventato niente e mai lo inventeranno, la parte nera l’hanno presa dai negri e quella bianca l’hanno presa da noi abruzzesi. Per questo, quando qualcuno mi attacca e dice: ma tu tratti male gli americani e gli inglesi, però suoni il rock & roll; io rispondo semplicemente che sto suonando la mia musica”.
La città di Teramo gli ha dedicato un parco cittadino. Nel 2019, è uscito nelle sale il film autobiografico su Ivan Graziani "Cavalieri nel vento". L’Associazione Culturale Artistica Pigro bandisce ogni anno il “Premio Pigro” al fine di valorizzare, divulgare e sostenere l’opera e il ricordo di Ivan Graziani e individuare nuovi talenti, tra i più creativi e originali nel panorama musicale italiano.
Gran, Gran Sasso, che parli con le stelle
Le lacrime che asciughi son sempre quelle
Grande Sasso, conserva il tuo mistero
E ogni sogno fatto lo vivrò davvero
Ho sognato una sfida a petto nudo
Gomme di biciclette e calzoni corti
Ehi, bisogna che sopporti, amico, ieri hanno vinto loro
Ma oggi sarà diverso, te lo giuro
E così con le tasche gonfie di sassi e caramelle
Cantando forte passammo per le vecchie stalle
E per colpa di una canzone la sorpresa finì male
Con un sacco di risate all'ospedale
Svegliati, amico, qui siamo in città
E non fra i lupi dei boschi dove scegli i tuoi rischi
Niente più falchi, ma solo serpenti
Con il pugnale fra i denti perciò mi ascolti
Gran, Gran Sasso, che parli con le stelle
Le lacrime che asciughi son sempre quelle
Però ricordo una sfida fra un'armonica e una chitarra
E si faceva per conquistare lei
Lei che non parlava e raramente sorrideva
Un fiore triste e azzurro di palude
Ehi, ma chi s'illude, non guarda me, poveretto
Ma quello della terza media, quel maledetto
Ma che cosa ho fatto, ma perché non ho capito?
Quel fiore triste ormai io l'ho perduto
Volta la testa, io ti incontrerò
Forse in questa città, se ti riconoscerò
Apri le braccia ed io guarirò
Da questi stupidi affanni, dai miei malanni
Gran, Gran Sasso, che parli con le stelle
Le lacrime che asciughi son sempre quelle
Grande Sasso, conserva il tuo mistero
E ogni sogno fatto lo vivrò davvero