Descrizione
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua." (Mt, 27,19)
É attribuita a Claudia Procula, moglie di Ponzio Pilato, la conversione dello sposo al cristianesimo che secondo, la tradizione, avvenne in tarda età.
Secondo la leggenda Ponzio Pilato, venerato come martire dalla Chiesa copta e come santo dalla Chiesa etiope, procuratore romano che nel I secolo d.C. governò la Giudea e al quale viene attribuita la responsabilità della condanna di Gesù di Nazareth alla pena della crocefissione, nacque nell'antichissimo borgo di Bisenti, alle pendici del Gran Sasso d’Italia, in provincia di Teramo.
In questi giorni hanno preso avvio le riprese nella Vallata del Fino del cortometraggio del regista spagnolo Francisco Josè Fernandez sulle origini del governatore che racconta la storia del suo ritorno a Bisenti e l'incontro pacificatore con la madre di Longino (dal greco lonche, lancia) centurione dalle presunte origini lancianesi che trafisse Gesù sul fianco e dal quale sembra provenga il nome della città (Anxanum), convertitosi in seguito a tale episodio ed infine proclamato santo. La lancia di Longino compare tra gli strumenti della Via crucis: la croce, i dadi e la veste, la corona di spine con il mantello regale dell’ecce homo, la lancia di Longino, la picca, il secchio e la canna con la spugna imbevuta d’aceto, la colonna della flagellazione, le fruste e i flagelli, la mano dello schiaffo, il pugno e i segni dello scherno e della derisione, i chiodi, il martello, la tenaglia nell'affresco del Giudizio Universale del XV secolo di Santa Maria in Piano a Loreto Aprutino, nel quale Cristo dal volto sereno scende dal cielo e mostra a braccia aperte le ferite alle mani, ai piedi e al costato. Il centurione è presente anche nella croce di Santa Maria Maggiore a Lanciano (1422) ad opera di Nicola da Guardiagrele e nelle iscrizioni presenti nella chiesa di San Legonziano su cui sorgeva la chiesa medievale dedicata a San Longino.
Tra i produttori Fondazione Pescarabruzzo, Fondazione Tercas ed aziende private di Città Sant'Angelo, dove sono girate le prime scene del film, alla foce del Saline. Francisco Fernandez, regista e sceneggiatore, catalano di nascita ma abruzzese di adozione, ha vinto 1993 il Premio Roberto Rossellini al Festival internazionale del cinema di Salerno con “Gli extra... ” e nel 2002 il suo film “Ti voglio bene Eugenio” ha visto Giancarlo Giannini vincitore del Premio Donatello per la migliore interpretazione maschile. Recente il cortometraggio sulla vita del Vate “Il mare di Gabriele”.
Diverse sono le fonti che danno forza a tale leggenda tra le quali la discendenza del governatore, nato nel dicembre del 12 a.C., da famiglia di origine sannita, alla quale appartenne Quinto Ponzio Aquila, uno dei tribuni della plebe, fedeli a Bruto che, nel 44 a.C., parteciparono alla congiura per l'assassinio di Giulio Cesare e, in seguito a questo episodio, esiliata proprio a Bisenti, chiamata allora Berethra (dal greco barattron, baratro). Il borgo teramano dove Ponzio Pilato crebbe faceva parte al tempo dell'area indicata come ”Palestina piceni” in quanto colonizzata da Ebrei e Filistei durante l'esilio babilonese ad opera di Nabucodonosor, di lingua aramaica, ai quali viene attribuita anche l'introduzione della coltura dell'olive in questa zona e fu proprio il contatto con questa cultura che lo rese idoneo alla nomina di governatore della Giudea negli anni 26-36 d.C.
L'edificio indicato come la casa del governatore Ponzio Pilato a Bisenti, è impiantato sulla struttura di una domus romana. Sono infatti presenti il porticato con il cortile con pavimentazione simile ai mosaici che lastricavano le nobili case romane, ma la particolarità che più ha attirato l'attenzione degli studiosi, è la presenza di cisterne nel cui impianto è presente il "ganat", un sistema di captazione delle acque per uso privato tipicamente mediorientale che si ritiene sia stato fatto costruire da Ponzio Pilato al ritorno dalla Giudea.
Anche a Fontecchio (AQ) un monte chiamato "Montagna di Pilato" avvalora la tesi di una presenza di Pilato in una villa dove si sarebbe ritirato in tarda età, di cui restano residue testimonianze. Un’altra leggenda ne localizza la dimora a Tussio (AQ) dove sono stati rinvenuti due leoni in pietra risalenti al I secolo che ne indicherebbero la tomba.