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Nel cuore della città degli Acquaviva: riapre la Pinacoteca "Vincenzo Bindi"

Data:

13 luglio 2021

Tempo di lettura:

4 min

Argomenti
  • Musei
immagini del nuovo allestimento della Pinacoteca civica Casa-museo "Vincenzo Bindi" , per gentile concessione Polo Museale Civico di Giulianova

Descrizione

"Prima di Vincenzo Bindi, l'arte abruzzese non esisteva, perché non ne esisteva il racconto.." (I. Carlettini)

Riapre al pubblico, con un concerto d'inaugurazione la Pinacoteca Civica Casa-museo "Vincenzo Bindi" di Giulianova, dopo circa 17 anni di chiusura e al termine di una complessa e sinergica azione di recupero.

La casa-museo di Palazzo Bindi espone nella Pinacoteca opere dal Seicento al primo Novecento napoletano, meridionale e abruzzese nel secondo piano ed ospita nel primo piano la Biblioteca civica, dove è conservata l'ampia corrispondenza  Vincenzo Bindi, raccolta in ventisette cartelle, dove, tra gli autografi di illustri personaggi figurano Manzoni, Leopardi e Verga.  

Un concerto esclusivo, aperto a tutta la cittadinanza, accompagnerà l'atteso evento domenica 18 luglio 2021 alle ore 19.00: O' Refrisco”: suggestioni in musica dal salotto bindiano con Manuela Formichella, soprano e Sofia Marzetti, arpa, nella Piazzetta di via Tito Acerbo  nel centro storico di Giulianova. Seguirà la visita del Museo in gruppi. In caso di maltempo l'evento si svolgerà nel Loggiato "Riccardo Cerulli" sotto piazza Belvedere, fino ad esaurimento posti.

Interverranno Jwan Costantini, Sindaco di Giulianova, Rosaria Mencarelli, Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio Chieti Pescara, già dell'Abruzzo, Paolo Giorgini, Assessore alla Cultura, Sirio Maria Pomante, direttore t.s. del Polo Museale Civico di Giulianova-

La sezione pittorica  trae origine dalla preziosa donazione dell'illustre storico e giurista Vincenzo Bindi che lasciò alla sua morte nel 1928 alla municipalità parte del suo palazzo lungo il corso principale e la raccolta personale di opere d'arte.

"La collezione io l’ho destinata alla mia dilettissima Patria: Giulianova. Ho mirato così facendo, ad assicurare anzitutto la conservazione della parte del mio patrimonio che mi è più cara, sia per le cure ed i sacrifici che mi è costato di raccoglierla, sia per il conforto, che, in mezzo ad essa, ho trovato nelle moltissime tristi contingenze della mia vita (...)"

Così Vincenzo Bindi (Giulianova 1852 - Napoli 1928), studioso e umanista di fama, dai vasti e più diversi interessi, spiega il senso del ricco lascito a favore del Comune di Giulianova, consistente nell'antico palazzo di famiglia sul corso Garibaldi e, al suo interno, nella biblioteca personale ricca di oltre 5.000 volumi e nella pregevole raccolta di centinaia di opere d'arte, collezionata anche grazie all'amore e al matrimonio con Rosa Carelli, figlia del noto artista Gonsalvo Carelli, esponente di spicco della pittura napoletana dell’Ottocento e discendente di una dinastia di pittori. La coppia dovette affrontare la tragica perdita di tutti e tre i figli: Ernestino nel 1884, Enrico, artista come il nonno, nel 1902, ed Alberto nel 1908.

Cuore del Polo museale civico, grazie ad un accurato allestimento che le ha ridato vita dal 18 luglio 2021 dopo oltre 15 anni di chiusura, la Pinacoteca è un'autentica Casa-museo, ovvero un luogo dove le opere d'arte dialogano e trovano posto tra gli oggetti, anche di vita quotidiana, e i ricordi, del collezionista e dei suoi famigliari, che in queste sale incontrarono amici intellettuali e artisti tra Otto e Novecento.

La raccolta spazia su più di tre secoli di Pittura napoletana, meridionale e abruzzese: dal Sei-Settecento di Jusepe de Ribera, Luca Giordano e Francesco Solimena, al Paesaggio napoletano dell'Ottocento e della Scuola di Posillipo, da Giacinto Gigante, Teodoro Duclère, Eduardo Dalbono, Raffaele e Gonsalvo Carelli, fino agli abruzzesi Filippo e Nicola Palizzi, Teofilo Patini, Raffaello Pagliaccetti, Costantino Barbella, Gennaro Della Monica e Pasquale Celommi. Gli ambienti ospitano inoltre alcune opere di scultura, arredi di pregio, tendaggi antichi e la collezione ceramica con pezzi di maioliche savonesi del Settecento, fino all'Otto-Novecento della Real Fabbrica di Capodimonte, della Ginori di Doccia e di Castelli d'Abruzzo.

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Pinacoteca "Vincenzo Bindi"
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Pinacoteca "Vincenzo Bindi"
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immagini del nuovo allestimento della Pinacoteca civica Casa-museo "Vincenzo Bindi" , per gentile concessione Polo Museale Civico di Giulianova
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Vincenzo Bindi, educatore, storico, critico d’arte, politico, nacque il 31 gennaio del 1852 a Giulianova, dove la famiglia, di origine toscana, risiedeva da più generazioni. Intraprese i primi studi presso la scuola del seminario di Atri per poi conseguire la maturità liceale e la laurea in Giurisprudenza a Napoli dove esercitò la pratica notarile ed ebbe modo di seguire lezioni di estetica storia e letteratura, oltre che di frequentare la società culturale partenopea.

Nel 1881 divenne docente di storia e geografia presso il liceo di Capua; diresse la Scuola Normale Femminile con tale dedizione che ottenne nel 1911 dal Ministero dell’Istruzione Popolare la Medaglia di Benemerenza .

Gli interessi di Bindi non si limitarono all’educazione, ma fu attratto dagli studi di storia arte archeologia ed artigianato, riguardanti in particolar modo l’Abruzzo, che lo videro ricercare continuamente notizie in archivi, biblioteche  e musei, anche durante i suoi numerosi viaggi all’estero.

Il nome del Bindi è tuttavia legato ad un’opera, pubblicata nel 1889, dal titolo Monumenti Storici ed Artistici degli Abruzzi dal sec. IV al sec. XVIII, nella quale si ripercorre in due volumi tutta la storia artistica abruzzese. Ad impreziosire il testo contribuirono l’introduzione dello storico Gregorovius e le duecento tavole illustrative che videro coinvolti importati pittori del tempo, Filippo Palazzi, Teofilo Patini, Francesco Paolo Michetti, Gennaro della Monica, Pasquale Celommi e Raffaello Pagliaccetti.
Nel testo il Bindi curò una dettagliata descrizione ed analisi dei monumenti più noti ma anche di arredi e di suppellettili, portando a nuova luce un patrimonio per lo più ignorato e comunque poco conosciuto

Vincenzo Bindi morì a Napoli lasciando alla città di Giulianova il palazzo di famiglia, la sua ricca biblioteca (oltre cinquemila volumi di abruzzesistica, tra i quali due incunaboli e 32 cinquecentine) e la sua raccolta di quadri (377 dipinti, riconducibili per lo più ad artisti della cosiddetta Scuola di Posillipo).

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Ultimo aggiornamento

01/09/2023, 10:36

Pubblicato da Laura Toppeta