Descrizione
La cultura mediterranea dell’olivo trova in Abruzzo una delle aree italiane più importanti, e disegna da secoli il paesaggio di interi territori tra il mare e la montagna.
Una storia antica, testimoniata dal recente recupero di un grande olivo, che istituti di ricerca hanno datato di oltre 1700 anni, situato nell’orto dell’Abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia, in provincia di Chieti.
L’Abruzzo conta attualmente oltre 9 milioni di piante con più di quaranta varietà coltivate, alcune delle quali rappresentano, per qualità e quantità, la base dei 200 quintali di olio prodotti ogni anno, per il 90% extravergine di oliva e per gran parte coltivato con metodi biologici, con tre oli che hanno ottenuto il riconoscimento europeo Dop e che esaltano il binomio cultivar-territorio, identificando le diverse zone di produzione all’interno della regione.
L’olio abruzzese è generalmente di grande sapore, di bassa acidità e ricco di polifenoli che rendono durevole il prodotto nel tempo e assicurano sostanze importanti per l’alimentazione e per la salute. Pur nella diversità delle varietà e delle zone, ha profumi fruttati fragranti e un gusto equilibrato, che ne favoriscono l’utilizzo in ogni cottura ma che si esaltano nell’utilizzo a crudo direttamente sulla tavola.
Nella provincia di Pescara comanda la Dritta, diffusa prevalentemente nel cosiddetto “triangolo d’oro” di Loreto Aprutino, Pianella e Moscufo, mentre sulle colline della Val Pescara si coltiva la Toccolana, che prende il nome dal territorio di Tocco da Casauria, entrambe utilizzate per la Dop Aprutino Pescarese, la prima a essere riconosciuta in Europa nel 1996.
In provincia di Chieti, dove si produce circa il 65% della produzione regionale, c’è invece la Dop Colline Teatine che tra l’Adriatico e la Majella prevede il prevalente utilizzo della cultivar Gentile di Chieti, anche in questo caso con il previsto apporto di Leccino (coltivato in tutta la regione), oltre che di Nebbio, Intosso e Cucco, tipiche delle due sottozone Frentano e Vastese.
Ultima nata è la Dop Pretuziano Colline Teramane con le sue varietà locali Tortiglione e Castiglionese e con l’apporto di Frantoio e Leccino, che vengono coltivate lungo le colline litoranee e per circa 25-30 chilometri verso l’interno, quasi fin sotto il Gran Sasso.
Di grande qualità seppur limitata a causa delle altitudini, la produzione olivicola in provincia di L’Aquila. La zona di produzione dell’olio extravergine d’oliva delle Valli Aquilane comprende la Valle Roveto, la Valle del Tirino e la Valle Peligna, in provincia di L’Aquila. Si tratta di territori che vantano particolari condizioni dal punto di vista pedoclimatico, tali da non rendere necessario l’uso di antiparassitari, dove la coltivazione non è intensiva e non consente una produzione di olive e di olio quantitativamente rilevanti, tanto che è prevalentemente legata al consumo domestico. Gli oli delle Valli Aquilane sono ricavati, in percentuali variabili, da numerose varietà di olivo (Rustica, Leccino, Gentile dell’Aquila, Pendolino, Moraiolo, Frantoio, Olivastro, Secinella, Carboncella, Roscetta, Alviano). Il colore dell’olio è giallo con riflessi verdi di varie tonalità, fruttato medio.