Descrizione
Dall’Ecomuseo del Paleolitico immerso nella Valle Giumentina della provincia pescarese che guarda la Maiella, ai recinti difensivi di epoca italica – come le mura megalitiche di Pallanum poste a dominio della Val di Sangro in provincia di Chieti, o quelle di Colle del Vento di Piano Vomano nel territorio teramano del Gran Sasso d’Italia –, fino ai siti archeologici di città dal glorioso passato, in Abruzzo è possibile perdersi tra le stratificazioni della storia attraverso le suggestioni di un vero e proprio museo diffuso en plein air, dove ogni singola pietra nasconde un segreto da svelare.
Tra le testimonianze più imponenti, nel territorio del comune di Massa d’Albe (AQ), distesi ai piedi del massiccio del Velino si possono ammirare i resti dell’antica colonia romana di Alba Fucens, fondata nel 303 a.C. con le sue botteghe, la cinta muraria, le domus e soprattutto l’evocativo anfiteatro perfettamente leggibile nella sua forma ovale, ancora oggi utilizzato per spettacoli teatrali e concerti.
Restando in provincia dell’Aquila e spostandoci verso il capoluogo peligno di Sulmona, in località Badia, inciso nel ventre del Morrone a poca distanza dall’eremo celestiniano di Sant’Onofrio sorge il sito archeologico del Santuario italico di Ercole Curino. Struttura del I secolo a.C. abbandonata nel II secolo d.C. a causa di un violento terremoto, il tempio si presentava originariamente di notevoli dimensioni, disposto su due piani terrazzati realizzati in epoche diverse.
Numerosi reperti qui rinvenuti durante gli scavi, a cominciare dalla splendida statuetta in bronzo raffigurante un Ercole a riposo, sono conservati all’interno del Museo archeologico nazionale Villa Frigerj di Chieti, tra i più interessanti in Italia, dove pure è custodita la preziosa statua del Guerriero di Capestrano databile attorno al VI secolo a.C., una delle opere più significative dell’arte italica divenuta nel tempo il simbolo dell’intero Abruzzo, tanto da averlo impressa anche sullo stemma istituzionale dell'ente Regione.
Lambito dalla Ferrovia dei Parchi che si snoda tra Sulmona e Castel di Sangro (in attesa di ripristinare l’intero collegamento fino ad Isernia) e dotato di stazione ferroviaria inaugurata nell’estate 2023 per consentire la sosta dei treni turistici in servizio durante i weekend, nel comune di Cansano il Parco archeologico di Ocriticum racconta della presenza di un antico insediamento italico-romano comprendente ben tre edifici sacri disposti su un pianoro a due livelli.
Prima di lasciare la Valle Peligna, l’area archeologica di Corfinio offre numerose testimonianze della città storicamente conosciuta come Corfinium, ribelle capitale della Lega Italica ai tempi delle guerre contro Roma, a cominciare dai suggestivi Murgini, singolari monumenti funerari visibili nei pressi della cattedrale di San Pelino. Gran parte dei reperti recuperati durante gli scavi sono esposti nelle sale del locale Museo civico archeologico dedicato ad Antonio De Nino, illustre antropologo e archeologo abruzzese, omaggiato anche dal museo di Alfedena, dove ci si può deliziare con i preziosi ritrovamenti della necropoli sannita di Campo Consolino.
Restando ancora in provincia dell’Aquila ma entrando in territorio subequano, l’area archeologica di Castel di Ieri nel tempo ha restituito i resti di due templi e cinque tombe, reperti databili tra il IV e il II secolo a.C.. Avvicinandoci al capoluogo regionale, estesa per oltre venti ettari su un pianoro sopraelevato rispetto all’Altopiano di Navelli ed attraversata dal percorso del Tratturo Magno, tra i comuni di San Pio delle Camere e Prata d’Ansidonia sorge Peltuinum, l’antica città italica dei Vestini, dichiarata monumento nazionale del 1902. Urbanizzata in epoca romana anche per la gestione dei proventi derivanti dalla Transumanza – il tradizionale spostamento delle greggi riconosciuto nel 2019 dall’UNESCO patrimonio culturale immateriale dell’umanità –, oggi conserva parte delle mura, del teatro e di altri edifici pubblici.
Spostandoci nella vicina Valle dell’Aterno, la necropoli di Fossa rappresenta il sito archeologico protostorico più importante e meglio conservato della regione. Le diverse campagne di scavo succedutesi nel tempo in un’area di oltre 3000 mq di superficie hanno portato alla luce circa 500 sepolture. Ciò che rende eccezionale il sepolcreto è la presenza, nelle fosse maschili, di stele lapidee allineate ed infisse verticalmente nel terreno; veri e propri menhir di dimensioni differenti, disposti in maniera decrescente dall’interno verso l’esterno, sul cui significato non è ancora stata fatta piena luce. Lasciata alle spalle la piccola Stonehenge d’Abruzzo e superato il capoluogo aquilano, il sito archeologico di Amiternum restituisce i fasti dell’antica città italica fondata dai Sabini, importante centro di scambio tra il Tirreno e l’Adriatico il cui nome fa riferimento al fiume Aterno che scorre poco distante. I resti visibili sono tutti di epoca romana, dall’anfiteatro al teatro, fino ad altre testimonianze rinvenute nel vicino comune di Pizzoli.
Entrando in provincia di Teramo, il sito più interessante è rappresentato senza dubbio dalla necropoli di Campovalano situata nei pressi del comune di Campli. Comprende più di 600 tombe databili tra l’età del bronzo e l’epoca romana, ma si ipotizza la presenza di decine di migliaia di altri sepolcri ancora da scavare. Abbracciando un arco temporale plurisecolare, dal X secolo a.C. alla piena romanizzazione dell’Abruzzo avvenuta nel V-IV secolo a.C., i principali reperti sono preziosamente custoditi nel Museo archeologico nazionale di Campli, inaugurato nel 1988. Spostandoci verso la costa, a meno di un chilometro dal lungomare di Tortoreto, in località Le Muracche, si possono osservare anche i resti di una villa rustica romana tra mosaici, anfore, vasche di fermentazione e un torchio.
Giunti infine nella provincia chietina, oltre alle testimonianze visibili a cielo aperto tra i vicoli e le piazze dello stesso capoluogo teatino – oppure esposte all’interno del Museo archeologico nazionale la Civitella realizzato sull’altura omonima dove sorgeva l’acropoli della Teate Marrucinorum –, così come nella città di Vasto, dove è possibile ammirare i resti del complesso termale dell’antica Histonium romana, il più grande dell’intera fascia adriatica centro-meridionale, bisogna spingersi nel comprensorio del Sangro Aventino per immergersi nelle suggestioni del Parco archeologico di Iuvanum, nel comune di Montenerodomo. Abitato fin dalla preistoria, i resti attualmente visibili sono quelli del municipio romano edificato sul precedente insediamento italico dei Carecini e sviluppatosi su un pianoro a nord dell’Acropoli. Il materiale rinvenuto qui e in altri luoghi sannitici è in mostra nella moderna struttura museale inaugurata nel 2006 sempre all’interno del parco.
Situata quasi al confine col Molise, l’area archeologica dei Templi Italici a Schiavi d’Abruzzo si compone di due edifici a tema sacro posti ad oltre 800 metri di quota. Risalente al II secolo a.C., del tempio maggiore è visibile la grande scalinata che conduce al pronao, mentre è dell’inizio del I secolo a.C. il tempio minore con l’altare ricavato nello spazio antistante. Spostandoci verso il mare, il centro storico di San Salvo situato sul colle che guarda l’Adriatico ospita il Parco archeologico del Quadrilatero, con testimonianze soprattutto di epoca romana – come un mosaico policromo del IV secolo d.C. e un originale acquedotto ipogeo del II secolo d.C. –, ma non mancano oggetti dedicati al culto dei defunti riferibili alla civiltà dei Frentani. Scendendo infine sul litorale e dirigendoci verso nord attraverso l’incanto della Costa dei Trabocchi, stretto tra la ciclopedonale Via Verde e il molo cittadino, il sito archeologico di Murata Bassa a San Vito Chietino nasconde un piccolo tesoro rappresentato dai resti di una villa romana del I secolo a.C., tra le più importanti della costa regionale, e quelli di un’antichissima fornace per la produzione di lucerne, riconducile al II secolo d.C.. Per un viaggio tra le pieghe della millenaria storia d’Abruzzo davvero dalle emozioni infinite.