Descrizione
"Vola, vola, vola" racconta dell'amore della fanciullezza che si trasforma in sentimento maturo. E forse sono queste le strofe più romantiche che compongono quello che può essere considerato il vero e proprio "inno" dell'Abruzzo:
Come li fiure nasce a primavere, l’ammore nasce da la citilanze.
Marì, si mi vuò bbene e accome jere, né mi luvà stù sogne e sta speranze
Come i fiori nascono a primavera, l’amore nasce dalla fanciullezza. Maria, se mi vuoi bene come ieri, non togliermi questo sogno e questa speranza.
Scritta in dialetto ortonese nel 1922 da Luigi Dommarco e musicata da Guido Albanese, rimase, per diversi anni, poco conosciuta finché ottenne la vittoria al Festival della Canzone italiana di Parigi, nel 1953. Divenne così il canto più famoso d'Abruzzo.
Ascolta Vola, Vola, Vola (Ralph Marino and Federico Picciano )
Non meno nota è "Amara terra mia", universalmente conosciuta grazie a Modugno che la pubblicò nel 1973. Venne solo arrangiata dallo stesso Modugno e adattata all’italiano da Enrica Bonaccorti prendendo spunto da un canto proveniente dalla tradizione popolare abruzzese.
Addije, addije amore (o Nebbi' a la valle)
Nebbi’ a la valle e nebbi’a a la muntagne ne la campagne non ce sta nesciune.
Addije, addije amore casch’e se coje la live e casch’a l’albere li foje.
Casche la live e casche le ginestre casche la live e li frunn ‘e ginestre Addije, addije amore casch’e se
coje la live e casch’a l’albere li foje.
Nebbia nella valle e nebbia sulla montagna nella campagna non c'è nessuno. Addio, addio amore cadono e si colgono le olive e cadono all'albero le foglie. Cadono le olive e cade la ginestra, cadono le olive e le fronde di ginestra Addio, addio amore cadono e si colgono le olive e cadono all'albero le foglie.
Il brano originale, di autore anonimo, giunto in Abruzzo con i profughi slavi ed entrato poi nella tradizione abruzzese, si chiamava "Addije, addije amore", conosciuta anche come "Nebbi' a la valle" e sembrerebbe provenire dalla zona della Majella orientale. Il tema del canto è quello dell’abbandono delle terre da parte di intere generazioni di uomini e donne per cercare fortuna oltreoceano. La melodia struggente, a una voce sola, era cantata dalle raccoglitrici di olive abruzzesi.
Video Corale Città di Mestre
Video Discanto
Altri canti:
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