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Pecorino di Atri

Pecorino di Atri

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Il prodotto: il pecorino di Atri ha un aroma e un sapore legato alle essenze delle erbe dei pascoli.

E' un formaggio a pasta compatta, semi-cotta, ottenuto da latte ovino. Si presenta con una crosta di diversa durezza e intensità di colore a seconda della stagionatura, con la tipica impronta delle tradizionali fuscelle di giunco utilizzate come contenitori. L’aroma e il sapore hanno intensità variabile in funzione dell’età di stagionatura che va dai 40 giorni ai 2 anni. Quando conservato sott’olio extravergine d’oliva, il prodotto assume un sapore delicato e gradevolmente piccante.

Come si prepara: una volta ottenuta la consistenza giusta della cagliata, la si frantuma riducendola in frammenti della grandezza di un chicco di mais,  si pone la cagliata in canestrini (o fuscelle) che vengono lasciate due giorni su un tavolo spersorio (tavolo inclinato) Durante questo periodo la forma viene capovolta almeno quattro volte. Infine si passa alla fase della salatura a secco. Una volta eliminato il sale in superficie la forma, estratta dalle fuscelle, viene messa a maturare su graticci di canne o scaffali, in locali aerati naturalmente per 20 giorni durante i quali viene rigirata spesso (ogni 2 giorni) raggiungendo così l’inceratura. Segue la stagionatura, e dopo un mese il formaggio viene unto periodicamente con olio extravergine d’oliva, al fine di evitare screpolature della crosta e formazione di muffe.

Dove si produce: prodotto nel comprensorio di Atri (provincia di Teramo). 

Come gustarlo: Il pecorino di Atri può essere consumato tal quale o dopo almeni 6 mesi se conservato in barattoli sott’olio extravergine d’oliva.

Storia: In una regione ricca di montagne l’allevamento del bestiame ha costituito sin dai primordi della civiltà una delle fonti di reddito più importanti per le popolazioni locali. Con il latte sono stati realizzati nel tempo formaggi caratteristici in cui si ritrova la storia e le vicissitudini delle genti abruzzesi. Tale attività fu praticata attivamente dalle popolazioni che abitavano la regione: Piceni, Vestini, Marrucini, Peligni, Frentani e Sanniti. 
La pastorizia in Abruzzo affonda le sue radici nella notte dei tempi. Le prime testimonianze di una economia pastorale, tipica dei popoli transumanti, lungo la catena dell’Appennino, si possono ascrivere tra il 1.400 e il 1.300 a.C., ma è durante l’epoca romana e successivamente dall’XI secolo che raggiunge il massimo sviluppo e la maggiore importanza economica. La storia e la cultura abruzzese sono permeate inevitabilmente dalla cultura legata alla pastorizia. Testimonianze di ciò si ritrovano nelle facciate gentilizie delle case, nei simboli delle decorazioni delle ceramiche. Numerosi sono i segni presenti nel paesaggio abruzzese quali le capanne a tholos della Majella e il sistema viario dei tratturi

Fa parte di: Prodotti Agroalimentari Tradizionali Pat

L.T. 28-08-2020

42.5772704, 13.9724141